Landini: «Saremo al fianco dei sindaci» 

Il segretario generale della Cgil a Castelli e a Teramo: «Troppi ritardi nella ricostruzione, serve un cambio di passo»

TERAMO. «I numeri sono impietosi. A Teramo abbiamo 4mila sfollati, mille nuclei familiari ancora assistiti con il contributo di autonoma sistemazione. Interi quartieri si sono spopolati e il grosso dei danni riguarda le case Ater, con i problemi maggiori che interessano proprio quelle fasce di popolazione che vivono già situazioni di oggettiva difficoltà». Una situazione quella del capoluogo illustrata al segretario generale della Cgil Maurizio Landini dal sindaco Gianguido D’Alberto, che nel sottolineare l’impegno del Comune anche a «tenere aperte diverse vertenze di lavoro in totale solitudine», ha chiesto al sindacato di sostenere con forza le istanze che arrivano dal territorio.
L’occasione è arrivata ieri dalla visita nel teramano di Landini, nell’ambito del programma di incontri del segretario della Cgil con sindaci, cittadini e lavoratori delle quattro regioni del centro Italia colpite dal terremoto, organizzati per toccare con mano lo stato della ricostruzione. Un ciclo di incontri che in mattinata aveva portato il segretario generale della Cgil a Castelli, insieme a Susanna Camusso, per un incontro all’Istituto d’arte sul tema “Le aree interne tra lavoro, arte e cultura: fragilità ed opportunità” al quale hanno partecipato il sindaco Rinaldo Seca, i maestri ceramisti, le istituzioni scolastiche. Poi, nel pomeriggio, l’incontro a Teramo nella sala ipogea di piazza Garibaldi, dove il dibattito ha preso le mosse proprio dai numeri del post sisma. Su 103mila persone residenti nei comuni del cratere abruzzese ben 95mila si trovano nei comuni del teramano, che conta anche il 65 per cento degli immobili danneggiati, con un totale di 7mila sfollati. «Da parte dei sindaci c’è la richiesta di essere maggiormente ascoltati sia dal commissario che dal governo», ha sottolineato Landini, «perché c’è un ritardo soprattutto per le opere pubbliche e la contraddizione è che pur essendoci risorse stanziate si fa fatica a fare i decreti attuativi, a far partire la macchina e questo genera preoccupazione, sfiducia».
Da qui l’impegno del sindacato a lavorare fianco a fianco con i sindaci. «Il problema non è solo quella di ricostruire le case, ma di dare un futuro a questi territori», ha aggiunto Landini, «che sono soprattutto aree interne e che rischiano lo spopolamento. Abbiamo preso l’impegno di chiedere al Governo e al commissario di cambiare marcia perché così le cose non stanno funzionando». Per Landini, che ha sottolineato come il terremoto in molti casi non abbia fatto altro che acuire i problemi, ha evidenziato come le esperienze positive sul territorio ci siano e vadano valorizzate, come a Castelli, ma come serva «un’idea complessiva di tutta l’area del cratere» e di come rilanciarla. «Su Castelli sicuramente c’è un punto specifico, c’è una scuola, c’è la ceramica», ha concluso Landini, «c’è una richiesta che abbiamo sostenuto e che è quella di fare in modo che venga riconosciuta come una scuola rara e che quindi permetta anche uno sviluppo. Ma questi non devono restare singoli progetti. Serve un’idea di sistema. Abbiamo un paese bellissimo e anziché chiudere i porti sarebbe meglio favorire la circolazione delle persone e valorizzare la nostra cultura e le nostre conoscenze».
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