Le detenute di Teramo piantano fiori in carcere

Nuovo progetto dell’istituto Rozzi: da domani e per 8 giorni i docenti insegneranno a 20 recluse i segreti del giardinaggio

TERAMO. Profumo di lavanda e rose al carcere di Castrogno dove, da domani, gli spazi più angusti e severi verranno trasformati in un vivaio da giardiniere d’eccezione: una ventina di detenute. L’innovativo progetto di floricoltura è stato messo a punto dall’istituto agrario Rozzi che metterà a disposizione alcuni studenti e due docenti, Silverio Pachioli e Luigi Passalacqua, a disposizione del corso riservato alle recluse per una durata di 8 giorni.

«E’ un progetto che al di là della finalità estetica con cui si intende allietare gli spazi di detenzione», spiega Silvia Manetta, preside del Di Poppa-Rozzi «intende offrire delle abilità alle donne quando usciranno dall’istituto. Il corso che stiamo allestendo rilascerà infatti un attestato di frequenza che potrà essere spesoper chi sarà interessato a proporsi a vivai e fioristi». Le detenute apprenderanno le regole della piantumazione e i segreti per coltivare i fiori sia in vaso che a terra. Si tratta di un’attività estiva, spiega la preside, proposta dopo un analogo progetto che ha coinvolto la sezione maschile impegnata nella creazione di un fragoleto sempre a Castrogno. Per quel che riguarda il corso di floricultura, le composizioni allestite dalle detenute serviranno a rendere più accogliente il “giardino degli affetti”, ovvero un’area all’aperto per i colloqui con i familiari rispetto agli attuali ambienti più severi per accogliere ad esempio i minori in visita. L’idea di accogliere i cari in un giardino fa da corollario a un progetto più ambizioso illustrato dal direttore del carcere, Stefano Liberatore, ossia quello di una casa famiglia nelle adiacenze del giardino. «Non appena otterremo tutti i permessi» ha dichiarato Liberatore «daremo il via libera a una nuova sezione con una struttra dedicata all’accoglienza delle detenute con bimbi piccoli. Si tratta di donne che devono scontare pene di lieve entità e a cui possiamo concedere di vivere la misura restrittiva in una casa famiglia più adatta ai minori». Intanto sempre grazie ai percorsi di studio attivati dal Di Poppa- Rozzi , alcuni gruppi di detenuti hanno ottenuto la promozione finalizzata al rilascio dei diplomi di scuola alberghiera e di agraria. Alcune classi saranno coinvolte in un programma estivo di pittura attraverso il movimento. I dipinti, eseguiti con il naso, i piedi, i gomiti in un laboratorio curato dalla compagnia di danza Minini, verranno esposti al termine del progetto in una mostra aperta al pubblico.

Marianna De Troia

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