Mense scolastiche più care per le famiglie

A ottobre i buoni pasto aumentano da 3,60 a 4,40 euro. Brucchi: incremento contenuto perché li cuciniamo sul posto

TERAMO. Scatterà da mercoledì l’aumento di prezzo dei buoni pasto per le mense scolastiche. L’amministrazione comunale, al termine della lunga riflessione sulla quadratura dei conti in cui è stata impegnata nelle ultime settimane, ha deciso di ritoccare il costo facendolo lievitare di 80 centesimi. Dal 1° ottobre, dunque, per un buono pasto bisognerà sborsare 4,40 euro anziché 3,60. L’incremento è dettato dalle maggiori spese sostenute dall’ente per il servizio. «I pasti veicolati, cotti altrove e trasportati nelle mese, sarebbero costati molto meno», spiega il sindaco Maurizio Brucchi, «ma abbiamo deciso di continuare a utilizzare cibi freschi preparati sul posto dalle cuoche chiedendo un aiuto alle famiglie».

Il prezzo del buono pasto, seppur ritoccato, tiene a precisare il primo cittadino, coprirà solo parzialmente la spesa complessiva a carico dell’amministrazione. «Solo per coprire le quote di chi usufruisce dell’esenzione totale dal pagamento dobbiamo stanziare 150mila euro l’anno», spiega l’assessore alla spending review Eva Guardiani, «a cui si aggiunge la morosità crescente, passata da 10mila a 60mila euro annui». Il rincaro dei buoni pasto che, secondo Brucchi, restato comunque tra i più tra i meno costosi d’Italia rientra in un pacchetto di delibere destinate al contenimento della spesa da applicare tra la fine di quest’anno e il 2015. In previsione, per i prossimi mesi, c’è anche la richiesta di un contributo economico ai cittadini che accedono ai servizi sociali finora erogati a titolo gratuito. «La cifra verrà calcolata sul reddito Isee», fa notare Guardiani, «ma sarà comunque molto contenuta». A questo proposito l’amministrazione avvierà anche la verifica annuale dei requisiti in base ai quali vengono applicate agevolazioni ed esenzioni per alcune tariffe.

Il giro di vite più stretto, però, riguarderà il personale. L’amministrazione, che negli ultimi quattro anni ha ridotto questa voce di spesa di 2,2 milioni portandola al 23% dei costi correnti totali, otterrà ulteriori risparmi agendo soprattutto sui livelli dirigenziali. La riorganizzazione della macchia ammnistrativa per macro aree porterà a ridurre il numero dei dirigenti da 7 a 5, con un minor costo di 280mila euro l’anno che si sommerà alla somma ricavata dal taglio alla quota variabile del loro stipendio. «I dipendenti dovranno rinunciare ai progetti obiettivo, ma opereranno solo in gruppi di lavoro», annuncia Brucchi, «e verrà ridotta anche la retribuzione di risultato». Il Comune riporterà tutti gli uffici in immobili di sua proprietà, azzerando l’esborso per gli affitti, e costituirà una task force per tenere sotto controllo i consumi di acqua, luce, gas e telefono. Ulteriori risparmi deriveranno dalla vendita degli automezzi, che da 101 si ridurranno a 45 e dall’affidamento in gestione degli impianti sportivi. «l palasport di Scapriano che resta a nostro carico», precisa il sindaco, «sarà utilizzato solo per le partite».

Gennaro Della Monica

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