Nessun acquirente per la farmacia
12 Novembre 2011
L'asta va deserta, ma il sindaco Mastromauro insiste e pensa a un nuovo bando
GIULIANOVA. Nessun acquirente per la farmacia comunale e sfuma, almeno per il momento, la vendita della struttura di via Trieste. A causa della mancata presentazione di offerte per rilevare l'esercizio si procederà ad una nuova asta, con alcune variazioni nel bando per ciò che riguarda la base d'asta o l'obbligo di assunzione dei dipendenti della farmacia.
L'asta è andata deserta (l'apertura delle buste era prevista per le 15 di ieri) e ora l'amministrazione cercherà di capire cosa sia andato storto. «Stiamo valutando la possibilità di rimodulare una ulteriore procedura di vendita, perché la farmacia comunale, come stanno facendo moltissimi Comuni italiani», sostiene il sindaco Francesco Mastromauro, «si deve vendere. Una scelta dolorosa ma necessaria, per garantire il rispetto del patto di stabilità di quest'anno, per il quale stiamo comunque approntando scelte alternative, atte a scongiurare lo sforamento al 31 dicembre anche senza la vendita della farmacia». Mastromauro parla di «scelta obbligata» per «evitare tagli ai servizi sociali ed aumenti delle tasse».
L'assessore al bilancio Fabio Ruffini, evidenziando come il Comune stia facendo molto per combattere l'evasione fiscale e garantire servizi senza penalizzare i cittadini, ribadisce come, consultando possibili soggetti interessati all'acquisto, «si studierà un nuovo bando che tenga conto, ad esempio, della necessità di un ribasso della base d'asta o dell'esclusione dell'obbligo di assunzione dei cinque dipendenti da parte dell'acquirente».
Intanto il fronte dei contrari alla vendita esulta. «A Mastromauro, anche in virtù della dichiarazione secondo la quale il Comune non rischierebbe il dissesto in caso di mancata vendita», dichiara il comitato, «chiediamo di recedere da una decisione miope». Secondo alcuni, l'amministrazione avrebbe già rinunciato alla vendita della farmacia. Ma il sindaco continua a dire il contrario.
L'asta è andata deserta (l'apertura delle buste era prevista per le 15 di ieri) e ora l'amministrazione cercherà di capire cosa sia andato storto. «Stiamo valutando la possibilità di rimodulare una ulteriore procedura di vendita, perché la farmacia comunale, come stanno facendo moltissimi Comuni italiani», sostiene il sindaco Francesco Mastromauro, «si deve vendere. Una scelta dolorosa ma necessaria, per garantire il rispetto del patto di stabilità di quest'anno, per il quale stiamo comunque approntando scelte alternative, atte a scongiurare lo sforamento al 31 dicembre anche senza la vendita della farmacia». Mastromauro parla di «scelta obbligata» per «evitare tagli ai servizi sociali ed aumenti delle tasse».
L'assessore al bilancio Fabio Ruffini, evidenziando come il Comune stia facendo molto per combattere l'evasione fiscale e garantire servizi senza penalizzare i cittadini, ribadisce come, consultando possibili soggetti interessati all'acquisto, «si studierà un nuovo bando che tenga conto, ad esempio, della necessità di un ribasso della base d'asta o dell'esclusione dell'obbligo di assunzione dei cinque dipendenti da parte dell'acquirente».
Intanto il fronte dei contrari alla vendita esulta. «A Mastromauro, anche in virtù della dichiarazione secondo la quale il Comune non rischierebbe il dissesto in caso di mancata vendita», dichiara il comitato, «chiediamo di recedere da una decisione miope». Secondo alcuni, l'amministrazione avrebbe già rinunciato alla vendita della farmacia. Ma il sindaco continua a dire il contrario.
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