Giulianova

Nessuno lo cerca, non sa dove andare: trattenuto da cinque giorni in Pronto soccorso

17 Settembre 2025

Giulianova: la triste storia di L.J., 59 anni, nigeriano senza fissa dimora e anche con il permesso di soggiorno scaduto

GIULIANOVA. Lui è da giorni nel letto di una cameretta del Pronto soccorso dell’ospedale di Giulianova, assistito con tanta cura dai medici e dagli infermieri. Purtroppo nessuno lo cerca e, soprattutto, nessuno lo vuole. È arrivato in ambulanza giovedì scorso, portato da Nereto dopo che la polizia locale di quel comune lo aveva visto vagare apparentemente senza meta nel parcheggio di un supermercato. Avevano stabilito che dovesse essere ricoverato ma non lo avevano indirizzato all’ospedale di Sant’Omero, che è vicinissimo a Nereto, ma a Giulianova, dove i medici lo hanno curato anche se è arrivato con i postumi di un ictus che gli ha causato una leggera zoppia. Il personaggio in questione, diventato tale suo malgrado, è L.J., di 59 anni, nigeriano senza fissa dimora e anche con il permesso di soggiorno scaduto.

«Viveva con un amico a Nereto ma poi quest’ultimo si è trasferito a Corropoli ed è rimasto senza una casa dove stare», racconta Piergiorgio Casaccia, primario del Pronto soccorso, «lo teniamo qui con noi, con la sua vestaglietta, un pigiama e il bastone, gli diamo da mangiare come se fosse ricoverato». Il dottor Casaccia, visto che nessuno lo cercava, si è messo in contatto con i Servizi sociali di Nereto ma questi avrebbero sostenuto che non era competenza prendersi cura di lui in quanto si era trasferito altrove. Allora ha provato con i Servizi di Giulianova ma anche qui, per competenza territoriale, gli è stato risposto che bisognava rivolgersi ai colleghi di Nereto. Non basta perché, a quel punto, il medico ha fatto ricorso alla Caritas diocesana, la quale ha affermato che lo avrebbero preso volentieri con loro a patto che avesse un regolare permesso di soggiorno: ma, questo, come detto, è scaduto.

A questo punto bisognerà mettersi in contatto con gli organismi preposti per ottenere che il permesso venga rinnovato «Altrimenti, a quanto pare, al momento non ci sono altre soluzioni ma io, sebbene non abbia niente di patologico in senso acuto», dice ancora il professionista giuliese, «non posso certo dimetterlo per farlo tornare in mezzo alla strada, io e anche i miei colleghi e gli infermieri non ce la sentiamo davvero e allora lo teniamo con noi e lo accudiamo e gli offriamo colazione, pranzo e cena. E forse lui si sentirà in una vera “casa” mai come in questo momento, pur stando», conclude Casaccia, «in una cameretta di un Pronto soccorso d’ospedale».