Nuova centrale idroelettrica  Il Wwf: uno scempio sul Vomano 

Una società privata sta realizzando l’opera a cavallo dei territori di Roseto, Atri e Morro d’Oro Gli ambientalisti: «Creata una deviazione che incide sulla qualità delle acque, sponde a rischio» 

ROSETO. Limitare dove possibile i danni derivanti dalla costruzione della centrale idroelettrica Santa Lucia sul fiume Vomano con reali opere di mitigazione e affrontare in maniera organica la drammatica situazione del Vomano.
È l’appello del Wwf Teramo a tutte le istituzioni coinvolte nei lavori, avviati nell’estate 2019, per la realizzazione della centrale da parte di una società privata nell’alveo del fiume nei territori di Atri, Morro d’Oro e Roseto. L’opera è stata autorizzata dalla Regione Abruzzo nel 2015 e si sarebbe dovuta completare in tre anni. I problemi per il corso d’acqua del fiume, però, sarebbero diversi secondo il Wwf. «La centrale», si legge nella nota del Wwf, «ricade in un’area che, a causa delle continue piene che la interessano, ha subito profonde variazioni morfologiche tali da richiedere un ulteriore approfondimento su posizionamento e protezione sia delle strutture che si stanno realizzando, sia delle aree spondali limitrofe che appaiono sottodimensionate e insufficienti a contenere le acque del fiume in caso di piena. Peraltro proprio a fianco dell’area di cantiere si dovrebbe realizzare un impianto fotovoltaico su una superficie di 10 ettari, in stretta aderenza con l’argine destro del fiume». La centrale, inoltre, comporterebbe la deviazione e l’intubazione dell’acqua dal fiume per oltre un chilometro e 700 metri, un aspetto che inciderebbe negativamente sulla qualità delle acque a valle. «Tutto ciò», continua la nota, «genererà in futuro pesanti ripercussioni alla qualità delle acque costiere. L’opera bloccherà i sedimenti provenienti da monte, impedendo così il ripascimento naturale della costa e aggravando la situazione delle spiagge abruzzesi».
Sarebbero inoltre previsti interventi di protezione degli argini fluviali sul lato sinistro, ma pochi sul lato destro, da diversi anni in forte erosione. «In caso di piena la traversa della centrale idroelettrica», aggiunge il Wwf, «intercetterà anche alberi e massi provenienti da monte e questi, imbrigliati sulle strutture, determineranno un effetto barriera, producendo ripercussioni sulle aree spondali limitrofe che molto probabilmente verranno allagate dalle acque della piena. Si continua così ad aggredire un ecosistema delicato, dimenticando che qualsiasi intervento su un tratto del fiume ha effetti devastanti sull’intero corso d’acqua e sulla sua foce con effetti negativi per centinaia di metri di litorale. Invece di agire in maniera coordinata programmando e lavorando su scala di bacino idrografico, come peraltro prevedono la legge e il buon senso, si continua ad operare per compartimenti chiusi».
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