Nuovo ospedale a Villa Mosca Il comitato riparte da 3.500 firme 

Riprende la petizione per realizzare il presidio accanto al Mazzini, che sarebbe in parte ristrutturato La Asl vaglia il project di una ditta di Torino. D’Alberto: la Regione oltre ai fondi stanziati ne dia altri

TERAMO. Con l’attenuarsi dell’emergenza coronavirus ripartono le iniziative per il nuovo ospedale. Attualmente sono attivi tre “fronti”.
Il comitato per il nuovo ospedale di Teramo a Villa Mosca ha deciso di riprendere la petizione popolare per la localizzazione del nuovo presidio nell’area del Mazzini «anche attraverso una sua importante riqualificazione».
Il portavoce Domenico Bucciarelli fa notare che «al momento della forzata sospensione nei vari punti per lo più commerciali, le firme raccolte superavano abbondantemente le 3.500.In considerazione che l’iniziativa è oggi ancora più valida per quanto è stato rilevato nella sanità teramana nel corso della gestione della pandemia, lo scrivente Tavolo ha deliberato la volontà di continuare nella sottoscrizione, ad iniziare dal 15 giugno, attraverso la predisposizione di nuovi modelli che saranno collocati nei locali commerciali, già precedentemente impegnati». Il comitato invita pertanto la cittadinanza «ad attivarsi affinché risulti vincente questa nostra proposta che considera l’area ex Mazzini, per i motivi più volta riportati, quale unico sito idoneo alla localizzazione della importante struttura sanitaria teramana». Al comitato hanno aderito 31 associazioni cittadine. E appare trasversale lo scetticismo sullo strumento del project financing, giudicato da più parti molto rischioso. D’altro canto la somma messa a disposizione dal ministero, 81,6 milioni, non è sufficiente a costruire un nuovo ospedale.
Sull’altro fronte prosegue la verifica della proposta ad iniziativa privata per la realizzazione del nuovo ospedale. Il responsabile della fase procedurale di esame e il gruppo di supporto stanno facendo la valutazione della fattibilità della proposta presentata da un’impresa edile di Torino. Per il momento è l’unica proposta presentata, dopo che la Asl ha respinto la proposta presentata dalla Pizzarotti di Parma. Era previsto un investimento da 250 milioni per costruire un ospedale da 550 posti a Piano D'Accio.
Il terzo fronte riguarda l’attività del comitato ristretto dei sindaci presieduto dal primo cittadino teramano Gianguido D’Alberto. Dopo aver incontrato i sindacati, a febbraio il comitato stava organizzando un incontro con l’assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì per capire la posizione della Regione. Poi è stato tutto tralasciato per lo scoppio dell’emergenza Covid. Adesso D’Alberto annuncia che è il momento di riallacciare i fili del discorso. «Ora bisogna capire che cosa è rimasto del programma di riordino della rete ospedaliera dopo l’emergenza sanitaria», osserva il sindaco D’Alberto, «Bisogna partire dal presupposto che altre province hanno avuto investimen ti, come Pescara dove è stato realizzato il nuovo ospedale Covid. Noi rivendichiamo la centralità della provincia di Teramo, chiedendo ovviamente che vengano garantiti i fondi già stanziati più ulteriori risorse, considerato quello che è stato dato ad altri territori».
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