Corropoli

Omicidio Caldarelli, Alessia chiama la figlioletta prima di essere arrestata: «Mi prendono, l’ho fatto per te»

24 Aprile 2025

Nell’ordinanza la chiamata tre giorni dopo il delitto del 48enne di Isola. La donna ha tentato di cancellare conversazioni sui social, oggi nuovo interrogatorio della coppia 

TERAMO. La forza della cronaca va oltre il già visto e il già detto di un omicidio. Con particolari che appartengono più alla sfera delle certezze che agli spigoli del dubbio. Come la telefonata di Alessia Di Pancrazio alla figlia di sei anni che da tempo vive con il padre: «Mamma, metti il telefono vicino che ti devo dire un segreto, mamma mi prendono quando esco, non ti scordare della mamma, ricordati che io l’ho fatto per te, dammi un bacio». Sono le 19.35 di lunedì 14 aprile: tre giorni dopo il delitto di Martino Caldarelli, poche ore prima della sua confessione e di quella del convivente Andrea Cardelli.

E se un’ordinanza di custodia per omicidio e occultamento di cadavere scandisce il già visto e il già detto, ci sono immagini che vanno oltre. A partire proprio dalla telefonata citata nel provvedimento – firmato dal giudice Lorenzo Prudenzano – da cui emerge anche il tentativo da parte della donna di cancellare alcune delle conversazioni via Facebook con la vittima.

Nel giorno in cui la 26enne di Giulianova e il 41enne di Corropoli compariranno nuovamente davanti a un giudice per un altro interrogatorio di garanzia dopo il primo legato a un precedente episodio di rapina e sequestro di persona, la nuova ordinanza racconta il prima e il dopo del massacro di Caldarelli, il 48enne falegname e dj di Isola del Gran Sasso adescato sui social, accoltellato dopo un ricatto sessuale e buttato in un laghetto di Corropoli dalla coppia che il giudice non esita a definire «senza scrupoli e pericolosi, privi di una pur minima capacità di autocontrollo e in preda a un delirio violento e criminale».

Con l’occultamento del cadavere, la modifica dell’auto rubata (le targhe cambiate alla Panda della vittima) e l’incendio della stessa vettura a confermare, scrive ancora il giudice, «la mancanza di freni della coppia». Secondo il giudice, inoltre, ci sarebbe stata «una mistificazione delle rispettive responsabilità attuata da entrambi gli indagati e soprattutto da Alessia Di Pancrazio» con la conservazione di uno scontrino emesso da McDonald’s la notte del rogo dell’auto.

Un filo conduttore a legare le nove pagine dell’ordinanza: falsi alibi e il pericolo di reiterazione del reato. Aspetto, quest’ultimo, su cui il giudice si sofferma anche in relazione alla rapina e al sequestro di persona di un invalido civile che i due hanno messo a segno appena pochi giorni prima del delitto con l’uomo riuscito a scappare dopo che i due hanno minacciato di uccidere lui e alcuni componenti della famiglia per scongiurare il rischio di una denuncia.

Per il gip «le esigenze cautelari sono desumibili dalla stessa inaudita gravità dei fatti denotanti pesante disprezzo della vita e totale incapacità di dominare impulsi criminali sorti pochi giorni dopo la perpetrazione di altri gravi delitti (sequestro di persona, rapina e lesioni personali) peraltro in danno di persona affetta da invalidità».

La donna è stata la prima a confessare facendo ritrovare il corpo nel lago, poi è stata la volta dell’uomo che ha ammesso di aver ucciso il dj insieme alla sua convivente al termine di una violenta colluttazione iniziata nella camera da letto della casa di Corropoli e poi proseguita sulle scale con il 48enne che ha provato a scappare dopo essere stato colpito dalle prime coltellate sferrate già nella stanza. Complessivamente più di dieci fendenti tra cui quello che gli ha reciso la vena giugulare facendolo cadere a terra davanti casa dove è stato colpito con due colpi di pala sulla fronte che gli hanno sfondato il cranio.

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