Palazzo di vetro, chiusa l'inchiesta

21 Settembre 2010

Quattro indagati per abuso edilizio, il cantiere resta sotto sequestro

TERAMO. Chiusa l'inchiesta per abuso edilizio sul palazzo di vetro incompiuto che sorge tra l'hotel Michelangelo e ponte San Gabriele, sequestrato dalla magistratura il 25 giugno scorso. Il pubblico ministero Stefano Giovagnoni ha inviato gli avvisi di conclusione delle indagini ai quattro indagati (proprietario, committente, costruttore e direttore dei lavori). La persona più nota coinvolta nella vicenda è l'immobiliarista teramano Antonio Zuccarini che però risulta socio di minoranza e non amministratore della società Riz Srl, titolare dell'intervento.  Il palazzo, destinato ad ospitare negozi, uffici e ambulatori medici, è tuttora sotto sequestro.

Il provvedimento firmato a giugno dal gip Marina Tommolini è un sequestro preventivo, volto cioé ad evitare la conclusione dei lavori e quindi il compimento definitivo del reato. Il cantiere, in ogni caso, era fermo da mesi. Da quando, cioè, erano partiti gli avvisi di garanzia.  Perché ci sarebbe un abuso edilizio nella realizzazione del palazzo di vetro? Secondo l'accusa, per due motivi. Primo, le cubature sarebbero in eccesso rispetto al dovuto. Secondo, non sarebbe valido il titolo rilasciato dal Comune per autorizzare la costruzione.

L'accusa ipotizza che per la costruzione dell'edificio commerciale siano state abusivamente utilizzate due particelle catastali già impiegate per l'hotel Michelangelo e una già utilizzata per la strada pubblica di Villa Albula. Quanto alla licenza edilizia rilasciata dal Comune, risale addirittura al 1994. Chi ottiene una licenza edilizia dovrebbe cominciare i lavori entro un anno e concluderli entro tre.

Questo non è ovviamente avvenuto. Nel frattempo il Comune ha più volte prorogato la validità dell'originaria licenza, anche attraverso varianti urbanistiche, ma secondo gli inquirenti varianti e proroghe non sanerebbero il vizio iniziale: tutto sarebbe invalidato, a catena, perché il titolo originario era scaduto e quindi illegittimo.  La Riz Srl è pronta a difendersi sostenendo che con tutti questi problemi - risalenti agli anni '90 e ai primi anni 2000 - non c'entra nulla.

Zuccarini e soci, infatti, hanno comprato il terreno a ridosso di ponte San Gabriele nel 2006. Con il terreno hanno ereditato il progetto del palazzo (i cui lavori erano già iniziati, e non sono stati cambiati rispetto al piano iniziale) e ovviamente la concessione edilizia, che a loro risultava legittima.  Alla base dell'abuso edilizio c'è certamente un abuso d'ufficio commesso in Comune, ma questa ipotesi è stata stralciata dalla procura perché, visto il tempo trascorso, è intervenuta la prescrizione dei reati. (d.v.)

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