Perizia sui soccorsi alla donna uccisa

La Perrone è arrivata in ospedale con un codice verde, tre ore dopo è morta
ALBA ADRIATICA. Nel giorno in cui Alba saluta per l'ultima volta Maria Rosa Perrone, si profila un'altra perizia medica per capire se la donna accoltellata a morte dall'ex marito William Adamo sia stata tempestivamente soccorsa in ospedale. E' quella che la procura affiderà una volta che avrà in mano la relazione dell'autopsia.
L'inchiesta sul delitto di Alba, dunque, si arricchisce di nuovi particolari: il pm Bruno Auriemma, infatti, è intenzionato a fare chiarezza fino in fondo su eventuali ritardi che potrebbero esserci stati nelle cure alla donna arrivata in ospedale con un codice verde e morta tre ore dopo l'aggressione. Per questo il magistrato ha già disposto l'acquisizione della cartella clinica. Maria Rosa Perrone, infatti, è arrivata all'ospedale di Sant'Omero in vita e cosciente. Dall'ospedale vibratiano, dove ha ricevuto le prime cure e dove non sembrava gravissima, la donna stava per essere trasferita a Teramo quando improvvisamente le sue condizioni si sono aggravate.
Secondo le prime indicazioni emerse dall'autopsia la morte è stata provocata da una emorragia interna. Ma il pm chiede di chiarire se l'emorragia sia stata solo una conseguenza delle coltellate o se possa essersi verificato un presunto ritardo nell'assistenza ospedaliera. E' evidente che si tratta ancora solo di dubbi ma che, vista la gravità del reato, è bene che vengano chiariti proprio per meglio delineare il quadro accusatorio.
Intanto ieri mattina nella chiesa di Santa Maria di Villa Fiore, nella zona sud di Alba Adriatica, si sono svolti i funerali della donna. Durante la messa il parroco don Ruggero Gallo ha sottolineato l'importanza di determinati valori umani. «Accompagniamo la sorella Mariarosa davanti al Signore perché possa partecipare all'eterno banchetto annunciato dal profeta Isaia», ha detto, «il Signore asciugherà le nostre lacrime ed eliminerà la morte per sempre».
All'uscita dalla chiesa il feretro è stato accompagnato da un grande applauso. Durante la funzione uno dei figli della donna ha avuto un malore ed è stato soccorso dalla Croce Bianca. Maria Rosa Perrone, nata in Tunisia ma vissuta da sempre ad Alba Adriatica dove gestiva un'attività commerciale, dopo la separazione dal marito William Adamo avvenuta un anno e mezzo fa, aveva un nuovo compagno. Tutti la ricordano come una donna forte e intraprendente, madre di quattro figli tra cui un ragazzo autistico.
Per ora Adamo resta in carcere con l'accusa di omicidio aggravato dal vincolo familiare, dall'efferatezza, dal porto abusivo di arma da taglio e dai futili motivi. Per l'uomo, inoltre, si profila anche la premeditazione. Secondo gli inquirenti, infatti, la perquisizione fatta nella sua abitazione avrebbe portato allo scoperto elementi tali da far pensare proprio alla preparazione del gesto: alcuni messaggi lasciati dall'uomo e una valigia piena di vestiti.
L'inchiesta sul delitto di Alba, dunque, si arricchisce di nuovi particolari: il pm Bruno Auriemma, infatti, è intenzionato a fare chiarezza fino in fondo su eventuali ritardi che potrebbero esserci stati nelle cure alla donna arrivata in ospedale con un codice verde e morta tre ore dopo l'aggressione. Per questo il magistrato ha già disposto l'acquisizione della cartella clinica. Maria Rosa Perrone, infatti, è arrivata all'ospedale di Sant'Omero in vita e cosciente. Dall'ospedale vibratiano, dove ha ricevuto le prime cure e dove non sembrava gravissima, la donna stava per essere trasferita a Teramo quando improvvisamente le sue condizioni si sono aggravate.
Secondo le prime indicazioni emerse dall'autopsia la morte è stata provocata da una emorragia interna. Ma il pm chiede di chiarire se l'emorragia sia stata solo una conseguenza delle coltellate o se possa essersi verificato un presunto ritardo nell'assistenza ospedaliera. E' evidente che si tratta ancora solo di dubbi ma che, vista la gravità del reato, è bene che vengano chiariti proprio per meglio delineare il quadro accusatorio.
Intanto ieri mattina nella chiesa di Santa Maria di Villa Fiore, nella zona sud di Alba Adriatica, si sono svolti i funerali della donna. Durante la messa il parroco don Ruggero Gallo ha sottolineato l'importanza di determinati valori umani. «Accompagniamo la sorella Mariarosa davanti al Signore perché possa partecipare all'eterno banchetto annunciato dal profeta Isaia», ha detto, «il Signore asciugherà le nostre lacrime ed eliminerà la morte per sempre».
All'uscita dalla chiesa il feretro è stato accompagnato da un grande applauso. Durante la funzione uno dei figli della donna ha avuto un malore ed è stato soccorso dalla Croce Bianca. Maria Rosa Perrone, nata in Tunisia ma vissuta da sempre ad Alba Adriatica dove gestiva un'attività commerciale, dopo la separazione dal marito William Adamo avvenuta un anno e mezzo fa, aveva un nuovo compagno. Tutti la ricordano come una donna forte e intraprendente, madre di quattro figli tra cui un ragazzo autistico.
Per ora Adamo resta in carcere con l'accusa di omicidio aggravato dal vincolo familiare, dall'efferatezza, dal porto abusivo di arma da taglio e dai futili motivi. Per l'uomo, inoltre, si profila anche la premeditazione. Secondo gli inquirenti, infatti, la perquisizione fatta nella sua abitazione avrebbe portato allo scoperto elementi tali da far pensare proprio alla preparazione del gesto: alcuni messaggi lasciati dall'uomo e una valigia piena di vestiti.
(ha collaborato Laura Ripani)
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