Il giallo s'infittisce

Pittrice teatina scomparsa, i Ris tornano nella casa di Giulianova

I militari del reparto investigazioni scientifiche passano al setaccio la cantina e un locale attiguo. Perizia sui cellulari di padre e figlio, caccia al  filmati delle telecamere sulla statale 16 tra Giulianova e Tortoreto

TERAMO. Giallo della pittrice sparita: i Ris di nuovo a Giulianova, nella casa di Giuseppe e Simone Santoleri, rispettivamente ex marito e figlio di Renata Rapposelli, la 64enne pittrice teatina scomparsa da più di un mese. In queste ore i carabinieri del reparto investigazioni scientifiche stanno perlustrando una soffitta e altri locali esterni all'alloggio che nei giorni scorsi era stato sequestrato e dissequestrato insieme alla macchina dei due. I carabinieri cercano tracce della donna.

Il ritmo incalzante di un’indagine per omicidio ipotizza scenari per cancellare falsi alibi. E nell’attesa che il fascicolo passi dalla Procura di Ancona a quella di Teramo investigatori e inquirenti mettono insieme i primi indizi supportati da certezze tecnologiche. A cominciare dai cellulari dei due indagati sui quali sono state annunciate delle perizie. Accertamenti tecnici più approfonditi. Si muove su vari fronti l’inchiesta sulla scomparsa della 64enne pittrice teatina Renata Rapposelli dopo che la Procura di Ancona ha indagato l’ex marito Giuseppe Santoleri e il figlio Simone per concorso in omicidio e occultamento di cadavere.

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Perchè oltre agli accertamenti sui cellulari e all’audizione di vari vicini di casa, in queste ore i carabinieri stanno passando al setaccio tutti i sistemi di video sorveglianza sulla statale 16 (in particolare nel tratto tra Giulianova e Tortoreto) alla ricerca di immagini della Fiat Seicento dei due, la vettura con la quale l’ex marito continua a dire di aver accompagnato la donna a Loreto e qui di averla lasciata in prossimità del santuario. Versione confermata dal figlio che agli investigatori ha raccontato di essere stato lui, dopo aver sentito i genitori litigare per questioni legati ad un assegno di mantenimento, a chiedere al padre di riportare la mamma ad Ancona. Perchè nella città dorica che Renata Rapposelli viveva ormai da tempo dopo aver lasciato Giulianova e dove faceva la pittrice.

Il 9 ottobre la pittrice era arrivata a Giulianova in treno per fare una visita al figlio, ma da quel giorno nessuno l’ha più sentita. E l’ultima cella ad aver agganciato il suo telefono cellulare (poi diventato irraggiungibile) è proprio quella in prossimità della stazione ferroviaria giuliese. Qui ad attenderla c’era l’ex marito. Poi l’incontro nell’abitazione di via Galilei e, racconta il figlio, la lite sempre per questioni di soldi. «Papà mi ha detto di averla portata in auto fino a Loreto dove poi lei è scesa» ha ripetuto Simone ai carabinieri nel lungo interrogatorio che qualche giorno fa si è svolto nella caserma di Ancona. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare anche il primo rapporto del Ris dopo gli accertamenti fatti nella casa e nella macchina, sequestrati e successivamente dissequestrati. Accertamenti che, per il momento, hanno escluso la presenza di tracce di sangue (dopo il test del Luminol) e di polvere da sparo (la prova dello Stub). Ma l’esito di altri accertamenti potrebbe illuminare zone d’ombra e fornire risposte fondamentali.

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