Prati di Tivo, impianti a Finori: «Dal 26 partirà la riconsegna» 

Avviso dell’ufficiale giudiziario alla Gran Sasso Teramano dopo l’ordinanza favorevole al gestore  La società però è pronta a impugnare l’atto di sequestro delle strutture per ottenere la revoca

PIETRACAMELA. Il 26 aprile, alle 10,30, la Gran Sasso Teramano (Gst) dovrà dare avvio alla riconsegna del ramo di azienda sottoposto a sequestro giudiziario, quindi anche degli impianti di Prati di Tivo e Prato Selva, al gestore scaduto e autore del ricorso accolto dal tribunale di Teramo Marco Finori che ne prenderà nuovamente la custodia.
È questo il contenuto del preavviso di rilascio notificato giovedì scorso dall’ufficiale giudiziario alla società in liquidazione ed emesso «dopo la non ottemperanza della Gst alla consegna del detto bene» e con l’ufficiale giudiziario che arriverà a Prati di Tivo dove, come specificato nell’atto, provvederà «inizialmente all’accesso nel piazzale Amorocchi e successivamente, a operazioni ultimate, da Prato Selva di Fano Adriano». Il preavviso dà seguito all’ordinanza dello scorso 29 marzo del giudice civile Silvia Fanesi che ha autorizzato il sequestro, nominando Finori custode giudiziario della propria società, la Marco Finori srl con l’incarico di gestire e amministrare i beni indicati nella sentenza e con l’autorizzazione a svolgere ogni attività prevista dalla legge. Le operazioni potrebbero durare anche qualche giorno vista la mole di beni tra quelli mobili, quindi gli impianti di risalita, le attrezzature, gli arredi, i battipista e altro, e quelli immobili come i fabbricati e i terreni. L’atto chiarisce esplicitamente che tra gli impianti da riconsegnare è compresa anche la cabinovia della Madonnina che è di proprietà della Provincia, ma in concessione alla Gst. Intanto la società, tramite il liquidatore Gabriele Di Natale che ne ha preso il mandato, ha ufficializzato la presentazione del reclamo formale con il quale si impugna l’ordinanza che ha disposto il sequestro del ramo di azienda.
Una decisione unanime assunta martedì dalla riunione dei soci. Il collegio che si occuperà del ricorso potrà assumere informazioni e acquisire nuovi documenti ed entro venti giorni, quindi potrebbe pronunciarsi anche prima del 26 aprile, con un’ordinanza non impugnabile con la quale confermare, modificare o revocare il sequestro.
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