Prete pedofilo, inchiesta già chiusa

Il religioso confessa e in 7 giorni la procura completa le indagini

TERAMO. Si va verso un processo lampo per il sacerdote pedofilo. A sette giorni dall’arresto del prete indiano accusato di molestie sessuali su una bambina di 10 anni, la procura chiude l’inchiesta e firma l’avviso di conclusione delle indagini.
Ieri l’atto del pm Bruno Auriemma è stato notificato al difensore del religioso, l’avvocato Gianni Gebbia. Il passo successivo sarà la richiesta di rinvio a giudizio e la fissazione dell’udienza preliminare. Fase in cui, molto probabilmente, il legale farà una richiesta di rito abbreviato.

Tempi veloci, dunque, per un caso finito sulle pagine dei giornali nazionali nel momento in cui a livello internazionale la Chiesa deve fronteggiare lo scandalo dei sacerdoti pedofili. E’ probabile che ad accelerare i tempi sia stata anche la confessione resa dal prete al pm il giorno dopo l’arresto. Il religioso, intanto, continua a rimanere agli arresti domiciliari in un convento di Giulianova. Due giorni dopo l’arresto, infatti, il gip Guendalina Buccella ha accolto la richiesta presentata dal legale, che subito si era detto preoccupato per le condizioni di salute del sacerdote rimasto in isolamento e sorvegliato a vista 24 ore su 24 dalla polizia penitenziaria.

Dopo le prime e confuse ammissioni fatte nell’interrogatorio di garanzia, mercoledì scorso il prete, nel corso di un nuovo faccia a faccia con il magistrato, ha ammesso. Ha detto che il 19 dicembre del 2009 stava distribuendo doni nelle case dei parrocchiani, nella piccola frazione di Teramo dove ogni fine settimana andava a dire messa. In casa della bimba non c’erano i genitori ma lui non lo sapeva, quindi non ci sarebbe stato niente di premeditato. Ha detto di aver avuto avuto un momento di debolezza, abbracciando la bambina e cercando di farsi toccare nelle parti intime.

Il prete, anche davanti al pm, ha detto di essere pentito per quanto successo e ha chiesto scusa ai familiari della piccola. A denunciare il sacerdote, ordinato nel 1998, erano stati proprio i genitori della bambina. Il padre e la madre, dopo il racconto della figlia, si erano rivolti ai carabinieri e alla Curia. Il sacerdote, messo subito faccia a faccia con i genitori, in quell occasione aveva chiesto scusa. E mentre le autorità ecclesiastiche lo hanno immediatamente sospeso, la procura ha avviato le indagini. La bambina, che è stata ascoltata dal pm alla presenza di uno psicologo, ha confermato le accuse.

Successivamente il sostituto procuratore ha chiesto un’ordinanza di custodia che è stata concessa dal gip Guendalina Buccella. Ma nel frattempo il sacerdote è tornato in India per trovare la madre malata e quindi l’arresto non è stato possibile. Qualche settimana fa è arrivato il decreto di latitanza. Nel frattempo il sacerdote è rientrato in Italia. Una volta tornato a Roma è stato contattato dalle autorità ecclesiastiche, che gli hanno detto del procedimento giudiziario. Sette giorni fa l’arresto.

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