Ragazzine “spogliate” sulle chat: i minori indagati diventano sei

9 Dicembre 2025

Numerose fotografie modificate con l’intelligenza artificiale e condivise nella rete su alcuni gruppi. L’inchiesta scattata dopo la denuncia dei genitori di due vittime, tutti i coinvolti hanno tra 14 e 16 anni

TERAMO. Ragazzine denudate virtualmente con immagini messe in rete e condivise dai compagni di scuola. Vittime di deep fake in un fenomeno sempre più diffuso che a livello nazionale conta decine di volti noti dello spettacolo e della politica unite in una urgente richiesta di tutela e protezione delle libertà individuali.

Un fenomeno sempre più dilagante, dunque, così come cresce il numero dei ragazzini della zona della Val Vibrata accusati di aver realizzato immagini, deepfake, mettendo il volto delle compagne di classe su un corpo nudo generato con l’Intelligenza artificiale: nelle indagini, almeno per il momento, ci sono sei indagati e altrettanti parti offese, ovvero ragazzine finite nelle chat con immagini false. Tutti, indagati e parti offese, hanno età tra i 14 e i 16 anni. I ragazzini sono sotto accusa per revenge porn e pedopornografia e molti sono già stati sentiti dalla polizia giudiziaria alla presenza degli avvocati. L’indagine, che ha mosso i primi passi dopo la denuncia dei familiari di due ragazze, ha visto già il sequestro di alcuni telefoni cellulari e l’audizione di numerosi minorenni nella loro veste di persone informate sui fatti. Il resto è un’altra inchiesta della Procura per i minorenni dell’Aquila (guidata dal procuratore David Mancini) che affonda in un mondo di adolescenti che sempre più genera violenza individuale e di gruppo, che trova nei social uno dei canali preferenziali, che alimenta studi sociologici e fascicoli giudiziari. Perché se l’Intelligenza artificiale è la nuova frontiera della pedopornografia tra deepfake, app clandestine e leggi in evoluzione, il confine tra ciò che è finzione e ciò che è reato si fa sempre più sottile. L’Italia punisce la pornografia “virtuale”, applicando le disposizioni del codice penale in materia di produzione, divulgazione, diffusione e detenzione di materiale pedopornografico anche quando il materiale pornografico rappresenta immagini virtuali realizzate utilizzando immagini di minori degli anni 18 o parti di esse. L’articolo di riferimento è il 600 quater 1 del codice penale, che punisce la pornografia minorile anche quando l’immagine non riguarda un minore reale, ma è creata attraverso l’uso di tecnologie digitali.

Perché oggi più che mai gli adolescenti sono immersi in ambienti digitali in cui l’Intelligenza artificiale agisce in modo persuasivo a cominciare proprio dalla possibilità di creare da zero video e foto che vengono poi diffuse su chat di gruppo, canali Telegram, Facebook ma anche sul dark web, quella parte di Internet non visibile con i comuni browser.

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