il dibattito

Recensioni su TripAdvisor ristoratori teramani divisi

Preoccupa soprattutto il mancato controllo sui giudizi falsi o in malafede ma c’è anche chi pensa che il portale sia uno strumento utile per la propria attività

TERAMO. TripAdvisor è sopravvalutato e dannoso per la mancata tracciabilità degli autori delle recensioni, ma è anche strumento grazie al quale ottenere visibilità ed incrementare la clientela. E’ diviso il giudizio degli albergatori e ristoratori della provincia di Teramo sul popolare portale di recensioni e consigli, all'indomani della protesta di Andrea Campanella, l'esercente di Silvi che ha lamentato come le recensioni negative ricevute dal proprio locale siano deleterie per l'attività svolta da 25 anni. Il ristoratore ha sollevato dubbi sulla veridicità delle recensioni e ha invocato maggiori controlli da parte della direzione di TripAdvisor sull'identità degli autori dei commenti.

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«Il recensore non deve essere anonimo, ma deve essere riconducibile ad una persona reale», dichiara Rivo Ciabattoni, presidente del consorzio turistico Costa dei parchi. «Se TripAdvisor si usa per pubblicare una recensione veritiera, per esprimere il proprio gradimento, o anche per esprimere critiche costruttive che spingano a migliorare, va bene, altrimenti se si usa per diffamare qualcuno o per altri fini diventa dannoso». Ciabattoni racconta come alcune recensioni gli siano state utili per migliorare il proprio esercizio, ma evidenzia anche che, a volte, il portale sia diventato una sorta di arma di ricatto, per mezzo del quale il cliente al quale è stato negato uno sconto preteso si è vendicato con una cattiva recensione. Tali episodi sono confermati anche da altri commercianti, i quali sottolineano anche come siano stati vittime di commenti negativi totalmente infondati: ad esempio capita che utenti anonimi abbiano espresso giudizi insoddisfacenti nei confronti di un locale che invece era chiuso nel periodo al quale si riferiva la recensione. Uno di questi ristoranti è quello gestito da Daniele Zunica a Civitella del Tronto, che a TripAdvisor preferisce guide più titolate. «Ci sono strumenti più affidabili, per sapere dove si mangia bene, come le guide Michelin, Espresso e Gambero Rosso, stilate da critici esperti», afferma Zunica. «Per il pubblico il giudizio su internet vale, perché è un giudizio popolare, però io mi fido più di pareri autorevoli».

C'è chi, come l'albergatore Roberto Mion di Silvi, sostiene che l'utente sa riconoscere la veridicità dei commenti: «L'utente esperto sa se sta leggendo una recensione vera. Non bisogna fidarsi né di troppe lodi, né di troppi commenti negativi. Abbiamo ricevuto commenti non positivi semplicemente perché qualche cliente si aspettava un trattamento economico diverso. La direzione di TripAdvisor dovrebbe fare da filtro, come una sorta di antispam nei confronti di recensori poco sinceri».

Per l'albergatore giuliese Marco Di Carlo, invece, il portale costituisce un'opportunità, «ma solo per le strutture di qualità. Però il sito dovrebbe togliere l'anonimato, per garantire che il cliente abbia realmente fruito dei servizi. Comunque la foto reale di un'azienda è quella fatta attraverso gli occhi del cliente, per questo TripAdvisor può essere un punto di forza».

Se per i gestori del ristorante teramano La tana di Lucifero l'anonimato dei commenti può rappresentare un problema, quelli del ristorante Capolinea, sempre di Teramo, preferiscono che eventuali critiche vengano discusse di persona sul posto, e non su un portale internet.

Sandro Petrongolo

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