Roseto, riparte il cantiere nella villa comunale 

Ci sono 90mila euro per riprendere i lavori fermi da due anni, ma basteranno a riaprire solo il piano terra. Per completare l’opera servono altri 500mila euro

ROSETO. Si sblocca finalmente la situazione della villa comunale. Con l’approvazione del bilancio dello scorso 7 maggio i 90mila euro necessari per approvare la perizia di variante, e far ripartire così lavori fermi da quasi due anni, ci sono. «In una delle prossime giunte approveremo la perizia», conferma il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Simone Tacchetti, «è chiaro che il lockdown ci ha bloccato ulteriormente, ma ora possiamo ripartire. Non abbiamo ancora a disposizione tutti i dipendenti per via del telelavoro, dunque ora andremo avanti per priorità». Verrà però completato solo il piano terra che diventerà sede del Coc, il centro operativo comunale per le emergenze, mentre per il primo e secondo piano e il tetto, oltre alla facciata esterna, serviranno ulteriori 500mila euro.
I lavori di adeguamento sismico della struttura, partiti circa quattro anni fa durante l’amministrazione guidata dall’ex sindaco Enio Pavone, in un primo momento si sarebbero dovuti concludere entro dicembre 2017, ma una perizia di variante, dovuta a una serie di interventi “non previsti”, determinò un primo ritardo. Gli attuali amministratori rosetani avevano sperato di riaprire la villa entro giugno 2018, ma arrivò un’altra perizia di variante per “imprevisti” da parte dei progettisti. Lo storico edificio rosetano, simbolo della cultura cittadina, con i suoi bellissimi giardini, è chiuso dunque da quattro anni, e anche il parco, dopo diverse polemiche per alcuni atti di vandalismo, non è fruibile. Inoltre è ancora in atto il contenzioso tra la ditta Dag costruzioni e il Comune: lo scorso dicembre la ditta ha richiesto all’ente, per il cantiere fermo e le attrezzature bloccate, un risarcimento danni di oltre 100mila euro. «Il danno non lo riconosciamo», precisa il sindaco Sabatino Di Girolamo, «perché il blocco dei lavori è stato determinato da cause di forza maggiore e da interventi imprevisti». La chiusura forzata della villa, inoltre, rappresenta un handicap per Roseto perché in questo momento, soprattutto dopo la chiusura del cinema Odeon avvenuta nel 2017, non c’è un vero e proprio spazio culturale e di aggregazione nella città. Fortuna che l’ex parroco del Sacro Cuore Antonio Ghidoni, sostituito a ottobre 2019 da padre Igor Manzillo, ha voluto fortemente la realizzazione del teatro-officina dell’arte “Piamarta”, con 200 posti a sedere, a disposizione delle associazioni del territorio e del Comune.
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