Scontri black bloc a Roma, perquisizioni e 5 arresti a Teramo

Teramo al centro dell'indagine sulla devastazione a Roma del 15 ottobre scorso, una scritta lasciata sui muri nella Capitale fa scoprire 5 ragazzi teramani arrestati nella notte

TERAMO. Cinque arresti nella notte a Teramo per l'inchiesta sulla devastazione dei black bloc a Roma il 15 ottobre scorso. Filmati, sequenze fotografiche e soprattutto una scritta comparsa quel giorno sui muri di Roma mettono Teramo al centro dell'indagine sugli scontri: "Ora ci incazziamo davvero", è il testo del messaggio. Per la Digos e la polizia che hanno svolto le indagini in collaborazione con i Ros, i cinque giovani teramani, tutti ultrà del Teramo, hanno così firmato la loro partecipazione ai fatti di Roma, a partire dall'incendio del blindato dei carabinieri.

CHI SONO. Gli arrestati sono Davide Rosci, 30 anni di Teramo, Mauro Gentile, 37 anni di Teramo ma residente ad Ancona, Mirco Tomassetti (30), Marco Moscardelli (32) e Christian Quatraccioni (33), tutti e tre di Mosciano Sant'Angelo. A questi si aggiunge un altro indagato: R.R., 32 ani, residente a Mosciano, denunciato. Le accuse contro gli arrestati sono resistenza a pubblico ufficiale, devastazione e saccheggio, aggravate dal fatto che tutti avevano il volto travisato con passamontagna.

A quattro dei cinque teramani è contestato proprio l'assalto al blindato; a un quinto, aver lanciato pietre contro un altro cellulare dei carabinieri. La polizia di Teramo, durante una conferenza stampa alla presenza del questore Amalia Di Ruocco, ha confermato che ai teramani si è arrivati proprio grazie alla scritta lasciata sui muri di Roma: la grafia è stata confrontata con scritte analoghe a Teramo. 

L'OPERAZIONE. L'operazione non ha riguardato soltanto a Teramo ma anche Roma, Ancona, Civitanova Marche, Padova e Cosenza: in totale sono 7 gli arresti domiciliari e 6 obblighi di dimora, oltre a 14 perquisizioni. Ma dall'indagine è emerso soprattutto il gruppo proveniente dalla provincia di Teramo, all'interno del quale erano inseriti esponenti dell'area antagonista e di "azione antifascista Teramo", resisi responsabili, dicono gli investigatori, di più azioni criminose lungo lo svolgimento del corteo e in particolare dell'assalto e dell'incendio al blindato dei carabinieri.

GLI ARRESTATI. C'è anche Davide Rosci tra gli arrestati, ai domiciliari: è stato confermato dal legale Filippo Torretta. Rosci, militante di Azione Antifascista Teramo, è stato anche il primo dei non eletti alle ultime elezioni comunali a Teramo nelle liste di Rifondazione comunista. Rosci, inoltre, è stato colto dalla misura interdittiva, ormai decaduta, di non avvicinarsi a più di 50 metri dal sindaco di Teramo Maurizio Brucchi: una misura interdittiva singolare che ha fatto discutere. Ultimamente è stato uno dei 21 rinviati a giudizio per gli scontri politici tra rossi e neri che hanno segnato gli ultimi quattro anni a Teramo.

ULTRA' ROMA. Ci sono anche due ultras romanisti di 20 e 27 anni tra i giovani arrestati: i due sono stati riconosciuti in piazza San Giovanni mentre attaccavano il blindato dei carabinieri, poi dato alle fiamme, il primo con una trave di legno ed il secondo con un martello.

ASSALTI. Le indagini - nei confronti di persone accusate dei gravi episodi di devastazione, saccheggio e resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale - sono state coordinate dal pool antiterrorismo della procura di Roma e sono state condotte in stretta collaborazione dal Ros e dalla Digos di Roma, che negli ultimi mesi sono riusciti a identificare i soggetti che si erano resi responsabili di gravi violenze, devastando numerosi istituti bancari, esercizi commerciali, uffici del ministero della Difesa, oltre ad avere incendiato numerose autovetture e un blindato dei carabinieri.

L'ACCUSA. Il 15 ottobre scorso, durante i disordini scoppiati in occasione della manifestazione degli Indignati a piazza San Giovanni, "c'è stata un'aggressione, preordinata e violentissima, contro i rappresentanti delle forze dell'ordine da parte di esponenti dell'area antagonista, dell'area anarchica e di rappresentanti della tifoseria ultras, in particolare della Roma e del Teramo". Lo ha precisato il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, responsabile del pool dell'antiterrorismo, nel corso di una conferenza stampa organizzata a piazzale Clodio, alla presenza del dirigente dell Digos, Lamberto Giannini, e del colonnello del Ros, Massimiliano Macilenti.

IL CARCERE. La procura di Roma aveva sollecitato al gip la custodia cautelare in carcere per tutte le 13 persone coinvolte negli scontri del 14 ottobre scorso. Il giudice delle indagini preliminari ha, invece, disposto misure cautelari più graduate. Alla luce di ciò il pm Capaldo ha annunciato il ricorso al tribunale del Riesame per ribadire una misura "più stringente" nei confronti delle persone raggiunte oggi dai provvedimenti.

IL MINISTRO. "Non posso che apprezzare tutte le operazioni che portano alla chiarezza degli avvenimenti". Così il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri commenta il blitz del Ros e della Digos che ha portato all'arresto di sette persone per gli scontri avvenuti a Roma. "Tutto ciò servirà a far luce e tutto ciò che fa luce", conclude il ministro, "non può che essere apprezzato".

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