Scuole, corsa contro il tempo Alle superiori mancano 100 aule 

Le segnalazioni dei presidi del Teramano nell’incontro convocato in Provincia. L’ente ha ricevuto 750mila euro per realizzare interventi di edilizia leggera, entro 15 giorni vanno redatti i progetti

TERAMO. Più che una corsa contro il tempo quella per rendere sicure le scuole in vista della riapertura a settembre sembra una missione impossibile. Almeno a sentire la maggior parte dei dirigenti scolastici degli istituti superiori della provincia. Perché tranne qualche rara eccezioni come il liceo artistico di Castelli, dove come evidenziato dalla preside Eleonora Magno ad oggi non c'è necessità di spazi ulteriori, quasi tutte le scuole superiori del Teramano fanno registrare problemi per garantire il distanziamento previsto dalle linee guida ministeriali. Tanto che, stando ad una prima ricognizione, di fatto su tutta la provincia mancherebbero quasi un centinaio di aule.
È quanto emerso ieri pomeriggio nel corso dell'incontro in Provincia convocato per raccogliere le esigenze e le proposte dei diversi istituti a fronte della dotazione di 750mila euro assegnata all'ente dal ministero dell’Istruzione per far fronte alle spese per gli interventi necessari all’adeguamento funzionale delle scuole. Gli interventi ammessi a finanziamento, in particolare, sono quelli di edilizia leggera volti a garantire un'organizzazione degli spazi funzionale alla gestione della problematica Covid, così come l'acquisto di forniture di arredi e attrezzature scolastiche idonei a favorire il necessario distanziamento tra gli studenti. «Domani (oggi per chi legge, ndr) scade il termine per la presentazione delle candidature», ha spiegato il responsabile del centro di progettazione per la manutenzione ordinaria e straordinaria scuole ed edifici pubblici della Provincia Dario Melozzi, «un passaggio che noi come Provincia abbiamo già effettuato. Entro i successivi cinque giorni sarà stilata una graduatoria ed emanata la relativa autorizzazione per ogni singolo ente. A quel punto entro una settimana, dieci giorni, dovranno essere prodotte le schede progettuali degli interventi». Interventi che, come prevede il finanziamento, dovranno essere completati e rendicontati entro il 31 dicembre.
L'obiettivo, in ogni caso, è partire il prima possibile, visto che la prima campanella suonerà tra poco più di due mesi. Difficile che la dotazione assegnata alla Provincia permetta di risolvere tutti i problemi, anche in considerazione del fatto che le scuole teramane scontano già una carenza di spazi, in alcuni casi legata ai danni del sisma 2016-2017, con diversi edifici inagibili e istituti ospitati da diversi plessi. Tra le situazioni maggiormente problematiche, in termini di aule, quella del polo scolastico Saffo di Roseto, che insiste su cinque diversi edifici e dove ci sarebbe necessità di recuperare una ventina di aule, quella del polo Illuminati di Atri, dove 11 aule sono ospitate presso la scuola media, quella del Delfico-Montauti di Teramo. «Se potessi riavere la palestra Mazzini e lo spazio antistante», ha detto la dirigente scolastica del liceo classico, liceo artistico e convitto Loredana Di Giampaolo, «avrei bisogno massimo di cinque aule. In questa situazione me ne servono otto per il classico, cinque per l'artistico e cinque per il convitto».
La questione della riapertura in sicurezza delle scuole sarà al centro, questa mattina, anche di una conferenza di servizi indetta congiuntamente dalla Provincia e dall’Ufficio scolastico provinciale alla quale parteciperanno anche i sindaci. «Fare quello che ci viene chiesto è una missione impossibile», ha commentato al termine della riunione di ieri il presidente della Provincia Diego Di Bonaventura, che ha anche paventato, tra le varie ipotesi, quella di chiedere un intervento della Protezione civile per la fornitura di moduli scolastici provvisori. E ha continuato: «L'incontro di oggi (ieri, ndr) è stato comunque costruttivo. Ognuno dovrà fare la propria parte per riaprire in sicurezza e speriamo che il nostro lavoro non sia vano». Il riferimento è all'ipotesi, di cui si sta parlando in questi giorni, di eliminare il distanziamento sui bus per i posti a sedere e riempirli al 100 per cento. «Non ci prendiamo in giro, Se i ragazzi stanno come sardine sui bus», ha concluso Di Bonaventura, «tutto il resto è un'ipocrisia».
©RIPRODUZIONE RISERVATA