Sequestrate le lettere di Bisceglia

7 Settembre 2010

L'indagato le fa recapitare alla compagna rinchiusa nel carcere di Napoli

TERAMO. Delitto Mazza: la procura sequestra le lettere scritte da Romano Bisceglia alla compagna. Lettere che vanno da un carcere all'altro, visto che la donna è reclusa a Napoli e che evidentemente gli inquirenti ritengono importanti per le indagini. Top secret il contenuto delle missive avvolte da una cortina di riserbo invalicabile. Per l'accusa potrebbero essere un indizio chiave.

Mentre l'ex convivente di Adele Mazza respinge l'accusa di aver strangolato e fatto a pezzi la donna e dal carcere continua a proclamarsi innocente anche in una lettera inviata al Centro e pubblicata qualche settimana fa, gli inquirenti continuano a lavorare per mettere insieme i tasselli di un complesso puzzle. E proseguono nella ricerca dell'arma del delitto. Un'arma che, è evidente, non è stata ancora trovata.

Dopo quattro mesi i carabinieri sono tornati nella casa di via Tordino, l'alloggio di Biseglia, per sequestrare dieci coltelli. Ci sono tornati dopo che è arrivata la relazione di Vittorio Fineschi, il perito nominato dal procuratore Gabriele Ferretti e dal sostituto Roberta D'Avolio per fare chiarezza proprio sulle armi usate per tagliare il corpo della donna. Qualche tempo fa si era sparsa la voce che fosse stata utilizzata una sega, ma sembra che questa ipotesi sia stata smentita dalla relazione del perito che parla solo di arma da punta e doppio taglio, le uniche che sarebbero state usate per tagliare il corpo.

Va detto che già nei mesi scorsi i carabinieri avevano sequestrato altri coltelli nella casa dell'uomo, ma solo dopo quattro mesi hanno deciso di portarli via quasi tutti. L'ultima volta ne hanno presi dieci, tra cui anche un pugnale. Ora sono all'esame degli esperti del Ris. E proprio dai militari del raggruppamento investigazioni scientifiche è arrivata la risposta sulle macchie di sangue trovate nella casa di Bisceglia: secondo la procura per gli esperti quelle macchie sono compatibili con il sangue di Adele Mazza. Questo per la procura significa che la donna è stata uccisa nell'appartamento di via Tordino. Bisceglia, 53 anni, è in carcere dal 12 aprile.

Per carabinieri e procura è il presunto assassino. I risultati dei test del Ris si riferiscono al primo sopralluogo nell'abitazione dell'uomo, quello fatto nel giorno del suo arresto. In quell'occasione i militari sequestrarono un asciugamano, un giaccone e dei tappeti. Tutta la casa venne ispezionata usando il luminol, l'esame che consente di rintracciare tracce di sangue anche se lavate. Nel corso di questi mesi gli esperti hanno ispezionato anche tutti i reperti prelevati nella scarpata di via Franchi, la zona che si trova a pochi metri da via Tordino, e dove furono trovati i resti della donna avvolti in buste di plastica. (d.p.)

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