Si barrica armato, stanato dai Nocs

Blitz dei reparti speciali con un cane addestrato per fermare il meccanico asserragliato da 17 ore in garage con fucili e pistole
ATRI. Per stanarlo dall’abisso c’è voluto l’intervento dei Nocs. Perchè sono stati gli agenti dei reparti speciali e il loro cane Malin a tirare fuori da un improvvisato, ma ugualmente inquietante, bunker l’uomo che per 17 ore è rimasto barricato con otto fucili e due pistole semiautomatiche nella sua casa colonica tra Atri e Silvi. Un abisso in cui il 47enne meccanico è precipitato ormai da tempo se è vero, come raccontano gli investigatori, che quel garage era diventato una sorta di rifugio blindato con una stanza dentro un’altra, finestre murate e inferriate, due armadi piene di armi. Ed è un epilogo con scene da film quello che si consuma intorno alle 9 di ieri quando i Nocs fanno irruzione nel garage dopo aver fatto entrare da una saracinesca semichiusa il loro cane, che ha atterrato l’uomo, e aver fatto esplodere un “flash bang” (una sorta di piccola carica esplosiva) per stordire il meccanico e disarmarlo. Già le armi. Perchè uno degli aspetti più sinistri di questa storia è proprio quell’arsenale legalmente detenuto da un uomo che, evidentemente, ormai da qualche tempo manifestava chiari segnali di disagio nel rapportarsi con gli altri. Con un mondo esterno che ormai non riconosceva più. E da cui lunedì sera, dopo l’ultimo violento litigio con i genitori, ha cercato di scappare chiudendosi nel suo bunker, con i suoi 8 fucili e le sue 2 pistole.
L’assedio. E che qualcosa di particolare potesse accadere, raccontano ancora gli investigatori, lo si era intuito già nella tarda mattinata quando il meccanico girava per il cortile di casa con una pistola a vista nella cintura dei pantaloni. Poi il violento diverbio con i familiari e, intorno alle 18, quella loro chiamata al 113 per chiedere aiuto. E’ iniziato così un lungo ed estenuante assedio con l’uomo asserragliato e armato pronto a minacciare il suicidio e a sparare su chiunque si fosse avvicinato a lui. Il tutto in una escalation di aggressività, disperazione e solitudine: perchè solo un uomo profondamente disperato può urlare frasi senza senso a chiunque si avvicini per parlare nel vano tentativo di fargli cambiare idea.
La trattativa. E’ andata avanti per tutta la notte: lui nel suo bunker, i familiari e i poliziotti fuori a cercare di calmarlo. Fino a quando il questore Giovanni Febo, fiuto da poliziotto e tanti anni di esperienza sul campo (intervenuto sul posto con il sostituto procuratore di turno Bruno Auriemma) ha deciso che aspettare ancora non avrebbe cambiato le cose. «Perchè», ha detto successivamente durante la conferenza stampa, «era come se fosse impermeabile a qualsiasi parola nostra e dei familiari». L’azione, dunque, ha cominciato a prendere forma con operazioni precise e mirate. Perchè nessuno avrebbe dovuto farsi male. I Nocs hanno fatto irruzione nella taverna al pianterreno con una operazione pulita e professionale con cui hanno "liberato" l'uomo.
Il blitz dei Nocs. L’esplosione sul pavimento di una piccola carica (chiamato in gergo flash bang) ha stordito l'uomo, mentre il pastore belga Malin lo ha atterrato e ha permesso ai poliziotti di bloccarlo senza che nessuno si facesse del male. «E' stata un'azione fulminea, organizzata e pianificata nei dettagli», ha detto il questore, «e messa in atto quando è stato il momento opportuno». Gli agenti del commissariato di Atri e della squadra mobile di Teramo hanno distratto l'uomo tenendolo impegnato sul fronte anteriore della casa, per dare modo a Malin e agli uomini dei Nocs di infilarsi in un pertugio sotto la serranda sul retro e fare irruzione.
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