Sisma, 20 Comuni senza piani d'emergenza

17 Gennaio 2012

Spunta la lista dei centri fuorilegge: ci sono Giulianova, Sant'Egidio e Sant'Omero

TERAMO. Venti Comuni teramani inadempienti, otto dei quali totalmente "fuorilegge". Nessuno di questi ha un piano con le indicazioni da dare ai cittadini in caso di disastri. Nessuno si è finora preoccupato di informare la propria gente su quali sono le vie di fuga, il luoghi sicuri, i punti di aggregazione in caso di terremoto, frane oppure alluvione. Non sono servite le 29 scosse degli ultimi mesi, con epicentro Monti della Laga; né la disastrosa alluvione del primo marzo di un anno fa ha insegnato. La lista nera dei Comuni che ignorano i piani di protezione civile è finalmente uscita, non dalla Provincia (che ha detto di non poterla diffondere) né dalla prefettura. Eppure i Comuni "fuorilegge" sono popolosi come Giulianova, Sant'Egidio alla Vibrata, Castellalto e Sant'Omero.

L'INCONTRO. Ieri si è svolto un incontro, convocato dal presidente della Provincia Valter Catarra e dal prefetto Eugenio Soldà alla presenza del direttore della Protezione civile regionale, Carlo Visca. Era il momento delle verifiche e delle la sollecitazione alle amministrazioni ritardatarie, dopo lo sciame sismico che ha interessato il distretto dei Monti della Laga, in particolare i Comuni di Torricella, Campli, Cortino e Teramo. La sequenza più lunga e forte, quella che ha fatto contare ben venti scosse tra il 16 e 17 dicembre, ha riaperto - grazie anche alle denunce del Centro - il dibattito sull'esistenza di strumenti di prevenzione nei Comuni.

LA SITUAZIONE. Secondo il quadro fornito dal Centro funzionale d'Abruzzo di Protezione civile sono 27 i Comuni del Teramano che hanno già predisposto ed approvato i piani: tra questi figura ad esempio il capoluogo dove però la carta operativa delle emergenze è stata pubblicata sul sito istituzionale dell'ente dopo le numerose scosse. Nella lista di chi è in regola figurano i Comuni più interessati dallo sciame cioè quello di Torricella Sicura che ha dato l'ok al piano il 23 dicembre e Campli, il 22 dicembre. Ma in una situazione di stallo ci sono ben 12 Comuni che stanno ultimando i piani, oppure li hanno pronti in attesa di approvazione o hanno chiesto supporto alla Regione per la loro realizzazione. In tutti i casi rimane da verificare sul campo se effettivamente i luoghi per l'accoglienza e le aree individuate per il primo soccorso siano effettivamente praticabili e pronte ad accogliere la popolazione in caso di calamità.

GLI INADEMPIENTI. In provincia c'è però una "lista nera", quella degli 8 Comuni che non hanno affatto un piano come Giulianova, Castilenti e Castiglione Messer Raimondo oppure non hanno dato alcuna comunicazione alla Regione: di Castellalto, Montefino, Sant'Egidio, Sant'Omero e Torano Nuovo. «Non c'è nessuna sanzione per loro sia chiaro», ha spiegato Antonio Iovino, responsabile del Centro funzionale di Protezione civile, «ma si tratta di enti che finora non hanno adempiuto ad un preciso obbligo morale oltre che civile».

LE SOLLECITAZIONI. Il prefetto Soldà ha sollecitato insieme a Catarra i Comuni affinchè si mettano in regola e predispongano i piani di emergenza al più presto anche chiedendo il supporto della Regione. «Dopo le scosse abbiamo iniziato la verifica e all'inizio solo 13 Comuni erano in regola, poi via via altri si sono mossi», ha spiegato, «ormai le emergenze sono quotidiane, bisogna essere sempre pronti». Ma Catarra ha ribadito che «anche nella fase del post-emergenza gli enti locali non possono essere lasciati soli, altrimenti vengono meno le risorse per fare prevenzione e manutenzione». Insieme hanno annunciato il trasferimento della sala operativa della Prefettura nella sede dei vigili del fuoco. Sembra incredibile ma la struttura non è adeguata alle norme antisismiche.

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