Sisma, notte di paura nel TeramanoVentuno scosse in meno di 24 ore

Ventuno scosse in 24 ore. La più forte è stata di 3,4 della scala Richter alle 4,04 in puntodella notte tra venerdì e sabato. Epicentro sulla Laga. Centinaia di famiglie dormono in auto. Ma dal Comune non è partito alcuno stato d’allerta
TERAMO. Ventuno scosse in ventiquattr'ore. La più forte è stata di 3,4 della scala Richter alle 4,04 in punto della notte. E' stato un colpo secco, una botta intensa e breve che ha fatto tremare i vetri delle case e sollevare sedie e tavoli. Nelle zone più vicine all'epicentro, sui monti della Laga, sono caduti calcinacci. E' successo a Cortino. A Teramo città torna la paura del 2009. Centinaia di persone hanno dormito in auto. Da Torricella Sicura o Magnanella, la gente è scesa a valle ed ha trascorso la notte in piazza Garibaldi e piazza Martiri. A Campli, un fuggi fuggi dai locali, dopo la prima della lunga serie di scosse, avvertita alle 0,28 e seguita dalle altre venti, fino a dopo le 20,30 di ieri.
IL PIU' GRAVE DAL 2005. Sul sito dell'Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) lo sciame teramano viene descritto così: «L'area è molto ristretta e i terremoti avvengono a profondità comprese tra i 15 e i 20 km», più avanti: «La scossa di questa notte delle 04:04 è la più forte registrata dal 2005 nell'intorno di 15 km dal suo epicentro», e infine: «La storia sismica della città di Teramo mostra che la massima intensità è stata osservata per il terremoto del febbraio del 1703, mentre tutti gli altri terremoti hanno provocato danni minori».
Ma a far più paura è l'inerzia delle istituzioni. Uno sciame di venti scosse nell'arco di poche ore, che fanno seguito ad un altro episodio allarmante delle 7 scosse del 28 ottobre scorso, sempre nel distretto dei Monti della Laga, farebbe preoccupare chiuque. L'analogia con lo sciame sismico aquilano, cominciato dall'autunno del 2008, c'è. Ma come accadde all'Aquila, anche a Teramo la reazione delle istituzioni è praticamente nulla.
SILENZIO DEL COMUNE. La domanda è una sola: in caso di una scossa più forte dove dovrebbero radunarsi i cittadini costretti a uscire da casa? Quali sono le zone della città deputate ad accogliere le famiglie con bimbi e anziani?
Dal Comune di Teramo non è arrivata alcuna comunicazione, neppure dopo la ventesima scossa registrata alle 15,45 di ieri. Abbiamo provato a chiederlo al sindaco, che è il massimo responsabile cittadino della protezione civile. Maurizio Brucchi però è fuori Abruzzo, è a sciare, tornerà in città solo questa sera. Abbiamo quindi provato a telefonare all'assessore alla Protezione civile, Rudy Di Stefano, ma non ha risposto al cellulare.
E' sabato, la prevenzione (che all'Aquila è mancata, tant'è che la commissione grandi rischi è alla sbarra degli imputati) può attendere anche a Teramo. Per utilità e per la cronaca, sul sito del Comune di Teramo solo ieri, tra le news, è comparso il piano di protezione civile con l'elenco dei posti in cui i cittadini dovrebbero essere accolti in caso di terremoto più grave.
Sono però dei pdf pesantissimi da aprire. Riportiamo questi posti (utili per chi è di Teramo e per le migliaia di studenti che vengono dal resto d'Abruzzo) visto che il Comune ieri non ha detto nulla sulla loro pubblicazione (l'unica velina istituzionale giunta nelle redazioni riguardava una mostra di un artista).
LE AREE D'ATTESA. In piazza Garibaldi, villa comunale Stefano Bandini; in viale Mazzini, largo Crocetti, giardini pubblici Martiri di Nassiriya; in piazza San Francesco; a Madonna delle Grazie nei giardini pubblici Ivan Graziani; in via De Albentiis nei giardini pubblici; in viale Crucioli nel piazzale Brunetti; in via Cona nello slargo Madonna della Cona; in via Averardi e via Aurini nel campo da calcetto di Villa Mosca; in via Luigi Tripoti nell'area verde; in via Maestri del Lavoro nel campo da calcetto; in piazza Aldo Moro e via Tevere nei giardini pubblici.
LE AREE D'ACCOGLIENZA. In via Tripoti-via De Jacobiis nell'impianto sportivo Gammarana e nell'area della scuola elementare. In via Gammarana, area verde e area scuola materna. In via Acquaviva nel centro sportivo Acquaviva e infine in via del Tiro nell'area davanti alla scuola media D'Alessandro.
IL PIU' GRAVE DAL 2005. Sul sito dell'Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) lo sciame teramano viene descritto così: «L'area è molto ristretta e i terremoti avvengono a profondità comprese tra i 15 e i 20 km», più avanti: «La scossa di questa notte delle 04:04 è la più forte registrata dal 2005 nell'intorno di 15 km dal suo epicentro», e infine: «La storia sismica della città di Teramo mostra che la massima intensità è stata osservata per il terremoto del febbraio del 1703, mentre tutti gli altri terremoti hanno provocato danni minori».
Ma a far più paura è l'inerzia delle istituzioni. Uno sciame di venti scosse nell'arco di poche ore, che fanno seguito ad un altro episodio allarmante delle 7 scosse del 28 ottobre scorso, sempre nel distretto dei Monti della Laga, farebbe preoccupare chiuque. L'analogia con lo sciame sismico aquilano, cominciato dall'autunno del 2008, c'è. Ma come accadde all'Aquila, anche a Teramo la reazione delle istituzioni è praticamente nulla.
SILENZIO DEL COMUNE. La domanda è una sola: in caso di una scossa più forte dove dovrebbero radunarsi i cittadini costretti a uscire da casa? Quali sono le zone della città deputate ad accogliere le famiglie con bimbi e anziani?
Dal Comune di Teramo non è arrivata alcuna comunicazione, neppure dopo la ventesima scossa registrata alle 15,45 di ieri. Abbiamo provato a chiederlo al sindaco, che è il massimo responsabile cittadino della protezione civile. Maurizio Brucchi però è fuori Abruzzo, è a sciare, tornerà in città solo questa sera. Abbiamo quindi provato a telefonare all'assessore alla Protezione civile, Rudy Di Stefano, ma non ha risposto al cellulare.
E' sabato, la prevenzione (che all'Aquila è mancata, tant'è che la commissione grandi rischi è alla sbarra degli imputati) può attendere anche a Teramo. Per utilità e per la cronaca, sul sito del Comune di Teramo solo ieri, tra le news, è comparso il piano di protezione civile con l'elenco dei posti in cui i cittadini dovrebbero essere accolti in caso di terremoto più grave.
Sono però dei pdf pesantissimi da aprire. Riportiamo questi posti (utili per chi è di Teramo e per le migliaia di studenti che vengono dal resto d'Abruzzo) visto che il Comune ieri non ha detto nulla sulla loro pubblicazione (l'unica velina istituzionale giunta nelle redazioni riguardava una mostra di un artista).
LE AREE D'ATTESA. In piazza Garibaldi, villa comunale Stefano Bandini; in viale Mazzini, largo Crocetti, giardini pubblici Martiri di Nassiriya; in piazza San Francesco; a Madonna delle Grazie nei giardini pubblici Ivan Graziani; in via De Albentiis nei giardini pubblici; in viale Crucioli nel piazzale Brunetti; in via Cona nello slargo Madonna della Cona; in via Averardi e via Aurini nel campo da calcetto di Villa Mosca; in via Luigi Tripoti nell'area verde; in via Maestri del Lavoro nel campo da calcetto; in piazza Aldo Moro e via Tevere nei giardini pubblici.
LE AREE D'ACCOGLIENZA. In via Tripoti-via De Jacobiis nell'impianto sportivo Gammarana e nell'area della scuola elementare. In via Gammarana, area verde e area scuola materna. In via Acquaviva nel centro sportivo Acquaviva e infine in via del Tiro nell'area davanti alla scuola media D'Alessandro.
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