"Sono carabiniere e non pago", militare sotto accusa a Teramo
Dovrà rispondere di concussione ed è stato sospeso dall'arma dopo la denuncia di alcuni commercianti: il gip lo obbliga ad allontanarsi dalla città
TERAMO. E’ una ipotesi di reato pesante come la concussione quella che la procura mette in capo ad un brigadiere dei carabinieri che da ieri ha il divieto di dimora a Teramo.
La misura cautelare firmata dal gip Giovanni de Rensis su richiesta del pm Luca Sciarretta mette il primo punto fermo ad una delicata inchiesta nata dalle segnalazioni di alcuni commercianti che accusano Fiorenzo Boccuzzi, 49 anni, brigadiere del radiomobile della compagnia del capoluogo, di aver approfittato del suo ruolo e della sua divisa per farsi consegnare generi alimentari, occhiali, un casco da motociclista. Materiale, sostiene l’accusa, che l’uomo o non avrebbe pagato o, in alcune occasioni, avrebbe pagato a prezzi irrisori. Tutto, sostiene l’accusa, per evitare quelle che il militare faceva intendere come «future eventuali ritorsioni». E, sempre approfittando del suo ruolo, avrebbe chiesto ad un artigiano di eseguire gratuitamente dei lavori elettrici nella sua casa dicendogli, si legge in alcuni atti dell’indagine,: «qua non ci sta da fare preventivi, forse non hai capito il lavoro che faccio, io faccio il carabiniere, se ti incontro per strada ti faccio passare un brutto quarto d’ora». Per questo episodio la procura contesta la tentata concussione perchè l’artigiano si è opposto.
A indagare sulle denunce, a scavare nelle testimonianze, a raccogliere prove sono stati gli stessi carabinieri che per mesi hanno investigato. E il fascicolo messo insieme pesa come un macigno: secondo l’accusa per più di cinque anni il militare si sarebbe presentato con tanto di divisa d’ordinanza e con la macchina di servizio ai negozianti
Il pm, che per il militare aveva chiesto gli arresti domiciliari, lo accusa di vari episodi di concussione, avvenuti tra il 2007 e il 2013, e di uno di tentata concussione. Nei primi casi, sostiene la procura, con frequenza bisettimanale o mensile, sempre con la divisa e con la macchina di servizio al termine dei turni notturni di servizio, si sarebbe recato in un panificio facendosi consegnare pane pizze, biscotti, a volte chili e chili, senza pagare o comunque pagando occasionalmente il prezzo di 10 euro. In un altro episodio il militare, sempre con la divisa e sempre sull’auto di servizio, si sarebbe presentato in un negozio di ottica e, così come riferito dal negoziante «prospettando la possibilità di passare sotto la sua protezione», si sarebbe fatto consegnare un casco e un paio di guanti da motociclista pagando un prezzo di 170 euro risultato inferiore di oltre il 50 % a quello di listino.
E la lista dei negozi si conclude con n ottico dove il militare, secondo l’accusa sempre con divisa e macchina di servizio e sempre con lo stesso atteggiamento, si sarebbe fatto consegnare alcuni occhiali da vista e da sole: in una occasione senza pagare e nelle restanti quattro o cinque occasioni corrispondendo un prezzo notevolmente inferiore a quello praticato al pubblico dal negoziante. Nero su bianco è finito anche l’episodio di tentata concussione, quello che coinvolge l’artigiano titolare dell’impresa chiamata dal carabiniere per fare dei lavori nel suo appartamento.
La procura sostiene che il carabiniere, volendo realizzare lavori di completamento dell’impianto di condizionamento e dell’impianto di allarme non ricompresi nel capitolato d’appalto sottoscritto con l’impresa, avrebbe chiesto all’artigiano di fare gratuitamente i lavori elettrici «minacciandolo», si legge negli atti, «di future ritorsioni in occasione di eventuali controlli nei quali lo stesso sarebbe potuto incorrere». Accuse pesanti che dovranno essere provate in un eventuale dibattimento. Per il momento il carabiniere ha l’obbligo di stare fuori da Teramo.
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