Teramo

Superbonus, truffa da 24 milioni: l’inchiesta si allarga, gli indagati salgono a cinque

6 Novembre 2025

Teramo, nuovi sviluppi. Gli accertamenti portano allo scoperto ulteriori coinvolgimenti e un sistema esportato a Firenze. La frode organizzata falsificando la documentazione tecnica e fiscale per lavori mai eseguiti

TERAMO. L’inchiesta sulla maxi truffa da 24,5 milioni con il Superbonus 110 si allarga a nuovi indagati e ad altre realtà territoriali coinvolte. Nel fascicolo del pm Stefano Giovagnoni gli indagati salgono a cinque e uno stralcio prende la strada di Firenze per competenza territoriale con il modus operandi esportato nella città toscana. L’accusa per tutti è quella di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche.

Le indagini, portate avanti da mesi e delegate alla guardia di finanza, ora si concentrano su un secondo livello: ovvero l’eventualità che dietro ai movimenti di denaro all’estero, in particolare in Cina, ci possa essere anche una organizzazione criminale. Gli accertamenti fin qui fatti, attraverso una certosina verifica di documentazione e passaggi, hanno permesso di scoprire un meccanismo di frode molto articolato. Secondo l’accusa gli indagati, utilizzando una società “cartiera" – un’impresa edile di Pineto che da tempo ha cessato l’attività e amministrata da un prestanome, priva di personale dipendente, sede, mezzi e macchinari – avrebbero documentato inesistenti lavori di efficientamento energetico e antisismici, i cosiddetti Superbonus 110% e sismabonus, al fine di ottenere corrispondenti crediti d'imposta nel cassetto fiscale della stessa società. La frode è stata consumata falsificando la documentazione tecnica e fiscale relativa a lavori realmente eseguiti su diversi complessi immobiliari da altre società, estranee ai fatti, mediante la materiale sostituzione del nominativo dell'impresa esecutrice con quello della società.

La documentazione alterata è stata poi utilizzata dagli indagati per generare, mediante duplicazione, ulteriori crediti d'imposta, o oltre a quelli correttamente rendicontati dall'impresa che aveva realmente eseguito i lavori. I crediti d'imposta fittizi ottenuti, pari a oltre 24 milioni di euro, sono stati poi ceduti per 11 milioni a soggetti terzi in buonafede, consentendo ai responsabili di conseguire un illecito profitto.

Una truffa, quella scoperta dalla Procura teramana, che si aggiunge al lungo elenco di inchieste aperte negli ultimi anni sui bonus edilizi. Bonus che sono stati senza dubbio efficaci nel rilanciare il settore dell’edilizia, particolarmente colpito dalla crisi, e per promuovere il risparmio energetico e la tutela dell’ambiente, ma che nel contempo hanno mostrato diversi punti deboli. Tra questi, secondo alcuni addetti del settore, l’elevato contributo fornito dallo Stato (anche al 110 %) che ha determinato il proliferare di raggiri messi in campo su più fronti.

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