Tangenti per spazzare la neve, a processo dirigente Anas di Avezzano a Teramo

Accusato di concussione perché avrebbe chiesto 9mila euro a un imprenditore per affidargli dei lavori di spazzamento della neve

TERAMO. Sarà un processo ad accertare la verità, almeno quella giudiziaria. Così ha deciso il gup Roberto Veneziano nel rinviare a giudizio un dirigente dell’Anas per concussione. Secondo l’accusa della procura, Giuseppe Tuzi, 60 anni, di Avezzano, all’epoca dei fatti responsabile dell’unità operativa gestione macchinari e attrezzature dell’Anas, in più occasioni avrebbe chiesto soldi ad un piccolo imprenditore teramano per affidargli lavori di manutenzione sulle strade, in particolare di spazzamento neve.

I fatti contestati all'uomo risalgono agli anni 2009 e 2010 quando, sempre secondo l’accusa della procura, avrebbe costretto l'imprenditore a versargli in tutto quasi 9mila euro per ottenere i relativi contratti con l'Anas. Una situazione diventata evidentemente insostenibile per l’imprenditore che avrebbe deciso di denunciare.

Ma l’inchiesta ha avuto una gestazione complicata. Inizialmente è stata aperta dalla procura dell’Aquila, dove ha sede il compartimento Anas per l’Abruzzo. Successivamente è stato accertato che la prima richiesta di denaro sarebbe avvenuta nel Teramano, in particolare a Bellante, per cui gli atti sono stati trasferiti per competenza territoriale alla procura teramana e l’inchiesta è ricominciata per arrivare a conclusione alla fine del 2015.Cinque, in particolare, gli episodi contestati, con i relativi pagamenti avvenuti a Bellante, L'Aquila, Città Sant'Angelo e Pineto: nel primo caso 2mila euro, poi 800 e infine 6mila euro.

Il titolare della ditta e il dirigente dell’Anas, dunque, si sarebbero incontrati in diverse occasioni, una del quali in un locale pubblico di Pineto. Ogni volta – stando alla denuncia dell’uomo e alle risultanze dell’inchiesta – il dirigente dell’Anas avrebbe chiesto dei soldi per affidare alla ditta l’incarico di rimozione della neve dalle strade o altri interventi di manutenzione stradale.

Si legge nel capo d’imputazione, firmato dal pm Stefano Giovagnoni, «in qualità di responsabile dell’unità operativa gestione macchinari e attrezzature dell’Anas abusando della sua qualità e dei suoi poteri costringeva, ovvero induceva, l’imprenditore a dare a lui una somma di denaro». Secondo la ricostruzione della procura l’imprenditore si presentava ai colloqui, ai quali sarebbe seguito il pagamento della mazzetta, in compagnia della fidanzata, in modo da avere un testimone che potesse riferire quello che stava accadendo.

Accuse, quelle contestate nel capo d’imputazione, che ora dovranno essere provate nel corso del dibattimento la cui prima udienza è fissata per il 5 maggio.(d.p.)

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