Teramo, acquista azioni della Tercas: la banca dovrà risarcirla

Il giudice di pace condanna l'istituito a restituire il valore delle azioni acquistate da una donna albense: la banca non l’aveva informata abbastanza dei rischi

ALBA ADRIATICA. Tercas condannata a restituire alla cliente il valore delle azioni ordinarie azzerate. Lo ha deciso il giudice di pace di Teramo Simona Bondi Ciutti con una sentenza importante. La cliente dell’istituto creditizio teramano, nel 2006, sottoscrisse azioni ordinarie per poche migliaia di euro, rassicurata dal funzionario del basso rischio dell’investimento, con la prospettiva che avrebbe incassato capitale e interessi. Azzerati, invece, in seguito al commissariamento del 2011 e al salvataggio daparte della Banca Popolare di Bari. L’avvocato della piccola risparmiatrice di Alba Adriatica, Silvia Sabini, è riuscita a dimostrare che la banca non aveva informato compiutamente sui rischi dell’operazionela rispamiatrice, che aveva sempre chiesto di voler investire in titoli sicuri.

«L’intermediario finanziario agì omettendo di tenere la dovuta diligenza in merito alle obbligazioni statuite nel contratto», scrive nei motivi della decisione il giudice Bondi Ciutti. «A fronte della espressa volontà dell’attrice di sottoscrivere delle azioni che non presentassero aspetti di rischio, il contratto ebbe ad oggetto azioni adatte ad investitori con interesse speculativo». Il giudice di pace sottolinea pure come il negozio di intermediazione bancaria sia complesso e di difficile comprensione per un soggetto non addetto ai lavori, richiedendo l’assistenza di un esperto qual è il funzionario di banca che propone e fa sottoscrivere il contratto.

«La dichiarazione del cliente, contenuta nell’ordine di acquisto di prodotti finanziari, formulata in modo generico e riassuntivo nel quale il clienti affermi di aver ricevuto informazione completa in merito alle caratteristiche del prodotto», si legge ancora nella sentenza, «non può essere considerata una formulazione stragiudiziale», «e come tale inidonea ad accertare quali concrete informazioni siano state fornite al cliente relativamente al prodotto acquistato». Per il giudice, la banca «ha violato l’obbligo di tenere la cliente sempre al corrente dell’andamento delle proprie azioni, in modo da consentirle di valutare quali fossero i propri interessi e che tipo di rischio stesse correndo».

Alex De Palo

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