Teramo, lavori in ostetricia: la protesta dei papà

Una nuova sala operatoria per partorire in cui i futuri padri non possono accedere, Marcozzi: «Stiamo cercando di creare un percorso “blindato”per farli entrare»

TERAMO. Entrano nel vivo i lavori per le nuove sale parto dell’ospedale di Teramo. Il cantiere è stato aperto il 21 maggio dalla ditta che eseguirà i lavori, l’Ati composta da “Di Mattia Fiore general services” e da “Zanzi servizi” di Roma. Ma se in una primissima fase si sono svolti all’esterno per cui praticamente nessuno se n’è accorto, adesso sono state sgomberate le sale parto.

E le donne in travaglio partoriscono in una sala operatoria. In fatto di sicurezza nulla cambia, anzi. Ma qualche effetto collaterale esiste. «C’è un problema alquanto fastidioso», racconta N.M., «ieri sono stata al corso pre-parto all'ospedale di Teramo e ci hanno comunicato che causa lavori, al momento del parto i papà non potranno assistere al parto, una cosa secondo noi non giusta. Noi mamme del corso scriviamo a voi, perchè con un articolo sensibilizziate la Asl: non è giusto togliere qualcosa di bello per una nuova vita che sta per arrivare».

Il primario del reparto, Anna Marcozzi, sta cercando di risolvere il problema, ma non è cosa facile. «Stiamo vedendo delle possibili soluzioni: svolgendosi il parto in una sala operatoria ci sono standard di sicurezza da rispettare: è esclusa la presenza di altri che non siano gli addetti e il paziente stesso. L’unica soluzione è cercare di ricavare un percorso “blindato” da far percorrere ai mariti per entrare in sala operatoria. Ma sarà difficile», dichiara. Se non si riuscirà a risolvere il problema i futuri genitori si dovranno mettere l’animo in pace fino a quando termineranno i lavori, a ottobre.

I lavori di questa prima tranche costeranno un milione 228mila euro. Attualmente c’è una sola sala parto con due lettini, ma poi ci saranno tre sale parto indipendenti, anche con una vasca per il parto in acqua. Accanto alle nuove sale parto sarà creata una zona di osservazione post partum con due sale in cui la mamma potrà stare un paio d’ore con il marito e il figlio. Una parete sarà a vetri in modo che le ostetriche potranno controllare che tutto vada bene. Il corridoio su cui affacciano le sale parto porterà alle sale operatorie, un collegamento importante in caso di emergenza. Ci sarà una sala operatoria dedicata appunto alle urgenze e quella prettamente ginecologica.

Inoltre al posto dell’oculistica sarà creata un’ala di degenza puerpere, con circa 15 letti. Non occorrono grossi lavori: solo unire due stante per creare un nido, che così sarà di fronte alla pediatria, rendendo tutto ancor più sicuro e meglio organizzato. Nell’attuale ginecologia resteranno 7-8 letti alla fine della corsia, mentre nella prima parte saranno ricoverate le donne che devono partorire. Tutto questo in vista della chiusura dell’ostetricia di Atri, prevista dalla Regione, appunto, per ottobre.

©RIPRODUZIONE RISERVATA