Trovato dopo l’appello del padre

Bellante, il 20enne fuggito dopo un litigio con altri ragazzi è rimasto tre giorni in fondo a un burrone

BELLANTE. L’hanno ritrovato in fondo a un burrone, dove era caduto con l’auto lunedì notte. E’ finita tutto sommato bene l’avventura di Alex Stracciasacco, il manovale di 20 anni, di Bellante, scamparso da casa a mezzanotte e mezza di lunedì.

Tutto è iniziato con una baruffa con alcuni ragazzi di Bellante, avvenuta sempre lunedì. Un litigio e una scazzottata, in cui due ragazzi sono rimasti lievemente feriti. Con il senno di poi, niente di più di una ragazzata. Alex Stracciasacco è poi tornato a casa ed è andato a dormire. Ma intorno a mezzanotte un amico l’ha svegliato e gli ha detto qualcosa. Non si sa bene cosa, forse che uno dei due ragazzi con cui aveva fatto a botte stava molto male. Deve avergli detto qualcosa che l’ha terrorizzato, tanto che è uscito di casa così com’era vestito, senza scarpe e con un paio di pantaloncini. Ha afferrato il cellulare ed è partito a bordo della sua utilitaria. Era mezzanotte e mezza. Da allora i familiari non sono riusciti più a mettersi in contatto con lui, il telefonino era sempre staccato. Non una telefonata ai genitori, nè alla fidanzata, nè agli amici. I genitori si sono preoccupati non poco, hanno vissuto ore di di angoscia. Martedì mattina sono andati anche dai carabinieri, che non hanno potuto fare granchè, visto che si trattava di un allontanamento volontario.

Ma le ore e i giorni passavano e Alex Stracciasacco non dava notizie. I genitori hanno dunque deciso di pubblicare un appello su Facebook con la sua foto e due numeri di telefono. La speranza si è accesa ieri mattina , quando è arrivata una segnalazione secondo cui il giovane era fra Isola del Gran Sasso e Colledara. I genitori si sono precipitati, ma era un falso allarme.

Ieri pomeriggio il padre, accompagnato dall’avvocato Gabriella Di Cesare, ha registrato un appello mandato in onda a Teleponte.

Intorno alle 18 è arrivato un Sms sul telefonino di un amico del ragazzo: era Alex che scriveva di essere in fondo a un fosso e di aver visto un cartello stradale con su scritto Monteverde prima di uscire di strada. Si è mobilitato quasi tutto il paese: sono partite almeno una quindicina di auto verso Monteverde di Cellino Attanasio. Il territorio è stato perlustrato palmo palmo, per cercare l’auto, che è stata alla fine avvistata in fondo a un fosso, a pochi metri da un burrone ben più profondo. I volontari della squadra di ricerca, capitanati dal padre, hanno così recuperato il ragazzo, che era in evidente stato confusionale. Una volta a casa, il ragazzo è stato visitato dal medico di base, in quanto non è voluto andare in ospedale. Era abbastanza debole e disidratato, per cui gli hanno fatto delle flebo. Oggi si provvederà a fargli fare accertamenti più approfonditi. Intanto i genitori gli hanno spiegato che non ha combinato nulla di irreparabile e che tutta la famiglia, in ogni caso, gli sarà vicina.

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