Vallescura: "Addio Silvi". Il sindaco si dimette in vista della regionali

Lascia la poltrona per candidarsi con Chiodi e brucia tutti gli altri primi cittadini Sulla rampa di lancio anche Mastromauro, De Rosa, D’Alonzo e Dino Pepe

TERAMO. Gaetano Vallescura ha ufficializzato la decisione di chiudere la sua esperienza alla guida del Comune di Silvi. E' lui il primo sindaco teramano a lasciare l'incarico per la candidatura in Regione nelle elezioni della prossima primavera. Vallescura anticipa così di circa venti giorni la scadenza prevista dalla legge regionale che impone le dimissioni ai primi cittadini intenzionati a correre per un posto all'Emiciclo. «E' stata una scelta su cui ho riflettuto molto», spiega il sindaco dimissionario, «e che alla fine ho fatto con animo estremamente sereno». In poche righe indirizzate al prefetto e al presidente del consiglio comunale Vallescura dà l'addio all'incarico che ha ricoperto negli utlimi dieci anni.

«Il coraggio non mi manca, è il mio carattere», fa notare, «metterò tutto me stesso in questa nuova sfida». Vallescura, che da sindaco si è anche lanciato dall’aereo, per protesta, con un paracadute, occuperà uno dei sette posti disponibili nella lista di Forza Italia, partito a cui ha aderito dopo la divisione del Pdl. Al di là delle appartenze politiche, si definisce "una voce fuori dal coro" e intende portare in Regione esperienza amministrativa maturata nel suo Comune. «Alla luce sopratutto di questi ultimi anni, molto difficili», osserva, «penso di poter dare un contributo importante».

La normativa, che richiede le dimissioni ai sindaci dei comuni sopra ai 5.000 abitanti, fissa tempi molto stretti a Francesco Mastromauro. Il primo cittadino di Giulianova, in più occasioni indicato come possibile candidato alla Regione per il Pd, non ha ancora deciso. Dovrà farlo entro il 24 gennaio, cioè quattro mesi prima della tornata elettorale indetta per il 25 e 26 maggio, così come stabilito dalla legge. «Devo valutare bene nell'interesse della mia città e del territorio teramano», afferma, «sono onorato dal fatto che mi sia stata chiesta la disponibilità, ma deciderò a tempo debito».

Il problema delle dimissioni anticipate riguaderebbe anche il sindaco di Montorio, Alessandro Di Giambattista, la cui candidatura nelle file del Pd sarebbe alternativa, in rappresentenza dell'area interna, a quella del suo collega di Crognaleto, Giuseppe D'Alonzo. Quest'ultimo, dato quasi per sicuro nella lista del Partito democratico, per il momento resta al coperto. Per lui non vale la regola delle dimissioni, visto che guida un Comune con meno di 5.000 abitanti, per cui può aspettare gli sviluppi politici legati anche all'ufficializzazione del candidato governatore del centrosinistra. Non ha fretta neppure Dino Pepe, sindaco Pd di Torano, per il quale vale lo stesso discorso fatto su D'Alonzo per quanto riguarda l'assenza di obblighi normativi. La decadenza da primo cittadino di Pineto ha cancellato l'obbligo di dimissioni per l'ex sindaco Luciano Monticelli, che sarà schierato alle regionali dal Partito democratico.

Un posto assicurato nella lista civica del governatore uscente Gianni Chiodi ce l'ha invece il primo cittadino di Castelli Enzo De Rosa. Anche nel suo caso le dimissioni non sono necessarie, per cui può aspettare l'investitura definitiva restando nel suo ufficio in Comune.

L'addio preventivo all'incarico s'impone, oltre che ai sindaci, agli amministratori provinciali. Per questo, entro la scadenza del 24 gennaio, dovranno prendere una decisione il presidente Valter Catarra e gli assessori Elicio Romandini e Renato Rasicci. Il primo sarebbe orientato a chiamarsi fuori dalla corsa, mentre gli altri due avrebbero pronte le dimissioni. La normativa regionale non prevede vincoli per assessori e consiglieri comunali. Nessun ostacolo, insomma, per i teramani Giorgio D'Ignazio (Nuovo centrodestra) e Mauro Di Dalmazio (Forza Italia) e per Sandro Mariani di Campli nel Pd.

Gennaro Della Monica