Medici in Burundi, il racconto di Andrea Fidanza

30 Aprile 2025

"In Burundi ci sono bei tramonti, rossi e suggestivi. Il sole sparisce sui palmeti: è il momento finale della giornata, nel vero senso della parola. Se sei all'aperto al crepuscolo te la vai proprio cercando: la malaria è endemica, e di zanzare è pieno. Siamo sei ortopedici tutti vaccinati per febbre gialla, ma per la malaria non c'è vaccino. Stiamo assumendo quotidianamente un farmaco per prevenzione, molto pesante per il fegato. Nell'ospedale di Bubanza c'è un reparto per paludéen, i malarici. Questi pazienti non vengono nel nostro ambulatorio. Però vediamo tanti giovani con lussazioni o fratture inveterate, mal consolidate, infette. C'è Laurent che è un infermiere specializzato in medicazioni, parla 4 lingue, ed è il nostro traduttore simultaneo. Qui mancano garze e cerotti, cotone e gesso. Ne abbiamo portato tanto nelle nostre valigie, ma sta già finendo. I pazienti devono portare le proprie fasciature, lavate privatamente e riutilizzate. Il telo sul lettino per le visite è sempre lo stesso, per gli infanti e i sessantenni, con ulcere o infezioni. "Amahoro,  mzungu" (Pace a te, uomo bianco) così ci ringraziano commossi". Il racconto di un medico in Burundi, Andrea Fidanza.