Crisi Stellantis, la rsa della Uilm: «Sindacati uniti ma chiarezza»

Tutela dei dipendenti in un momento difficile vissuto dall’azienda dei furgoni commerciali leggeri L’organizzazione guidata da Manzi: «Affrontiamo i problemi reali, lontane le politiche del governo»
ATESSA. No alle prese di posizione, sì all'unione tra sigle sindacali per la tutela del lavoro e dei lavoratori in un momento in cui né il governo, né l'azienda riesce a dare risposte efficaci. È la replica della rsa della Uilm - coordinata dal segretario di Chieti-Pescara Nicola Manzi - dello stabilimento Stellantis di Atessa alle prese con l'ennesima settimana di cassa integrazione (fino al 22 settembre a partire dal 10 giugno scorso) e con la crisi peggiore di sempre, all'appello dei giorni scorsi del segretario provinciale della Fiom, Alfredo Fegatelli. Il responsabile della Fiom aveva ricordato che nel 2019 l'apertura dello stabilimento polacco di Gliwice era stata vista, proprio dalla Fiom, come l'anticamera di una strategia ben precisa da parte di Stellantis, di depotenziamento e ridimensionamento dello stabilimento abruzzese. Ma in tanti avevano tacciato questa ipotesi come irrealistica. «Al nostro appello di unirci tutti con l'intento unico di tutelare il lavoro e le ricadute occupazionali», dice oggi la rsa Uilm, «abbiamo ricevuto solo ora una piccola apertura da qualche organizzazione sindacale. Ma prima ci si lustra le scarpe e poi si apre a una "non divisione". A queste organizzazioni diciamo che gli obiettivi devono essere chiari da subito e che vogliamo scansare ogni affinità politica e propagandistica. Vogliamo affrontare i problemi reali che i lavoratori stanno subendo e siamo disponibili a qualsiasi confronto».
I rappresentanti sindacali Stellantis della Uilm sono invece molto critici sulla gestione della crisi automotive da parte del governo: «Riteniamo lontane le posizioni del ministero delle Imprese e del made in Italy da quelli che sono i problemi reali e i rischi del futuro dell'auto nel nostro paese», dice la rsa. «In questo momento non condividiamo prese di posizione che mettono a rischio migliaia di posti di lavoro, per cui chiediamo con forza atteggiamenti chiari e fermi per fare sì che le aziende già presenti su territorio nazionale continuino a creare ricchezza per il nostro Paese».
La fabbrica dei furgoni commerciali leggeri sta vivendo un momento tra i più gravi di sempre. Per la prima volta è stato sospeso il terzo turno fino alla fine di settembre. Il turno di notte, su base volontaria, era una delle caratteristiche d di Atessa. Chi vi lavora da decenni per la prima volta dovrà fronteggiare una pesante riduzione di salario e alternarsi con la copertura degli altri due turni. Allo stesso tempo, secondo un calcolo approssimativo, un operaio dei turni diurni con una sola settimana di cassa integrazione rischia di perdere fino a 200 euro in busta paga.