A 17 anni condannata per sbaglio

A 17 anni una giovane rom è stata condannata dal Tribunale ordinario perché scambiata per una maggiorenne. A due anni dall'errore, la Corte d’Appello dell’Aquila ha annullato la sentenza del tribunale di Giulianova e ha scarcerato la ragazza. Il legale della giovane: "Vicenda kafkiana"

TERAMO. A 17 anni condannata per sbaglio perchè scambiata per una maggiorenne. Due anni dopo la Corte d’Appello dell’Aquila ha annullato la sentenza del tribunale di Giulianova e ha scarcerato una giovane rom, nel frattempo finita a Castrogno dopo che il provvedimento è diventato definitivo. Per un errore, infatti, la ragazza, minorenne all’epoca del reato, è stata processata da un tribunale ordinario.

A causa di notifiche sbagliate solo nel novembre scorso, quando i carabinieri si sono presentati a casa sua con l’ordine di carcerazione, la giovane, nel frattempo diventata maggiorenne, ha saputo di essere stata condannata a due anni per furto, un episodio avvenuto nel 2001 quando lei aveva appena compiuto 17 anni. Il 17 novembre l’avvocato della donna, Vincenzo Di Nanna, si è rivolto alla Corte d’Appello dell’Aquila per impugnare il provvedimento di condanna e il 21 gennaio i giudici d’Appello (presidente del collegio Franca Bandera) hanno annullato la sentenza.

«Questa storia sembra una novella di Kafka», commenta il legale teramano, «ma è quanto realmente accaduto alla giovane donna, minorenne all’epoca dei fatti. Va detto che per quello stesso episodio per cui è stata condannata a Giulianova la ragazza è stata assolta dal tribunale per i minori per non aver commesso il fatto». Il tribunale dei minori dell’Aquila, dunque, ha proceduto per competenza vista l’età della ragazza. Ma contemporaneamente è andato avanti anche l’iter aperto dall’altra procura e il 5 luglio del 2006 la sezione staccata di Giulianova del tribunale di Teramo ha condannato la giovane donna a due anni per furto.

«Questo», continua il legale nel ricorso, «nonostante la minore età dell’imputata, il mancato riconoscimento della stessa già in fase di indagini preliminari e soprattutto la precedente sentenza di assoluzione del tribunale dei minori. La ragazza, dunque, è stata contemporaneamente giudicata, per gli stessi reati, sia dal tribunale per i minorenni e sia dalla sezione del tribunale di Giulianova, che però non aveva alcun titolo per processarla vista la sua età all’epoca dei fatti che le sono stati contestati. Letti gli atti processuali non è dato intendere come, sulla base delle stesse prove, i due tribunali siano giunti a così differente pronunzie». Dopo la sentenza di condanna si sono susseguiti anche una serie di errori di notifica del provvedimento. Quest’ultimo, infatti, è stato comunicato prima ad una parente omonima della ragazza e successivamente ad uomo che è stato scambiato per il padre, ma che invece è il suocero.

«La ragazza», continua ancora il legale, «non ha mai ricevuto la notifica della sentenza e quindi non ha mai potuto appellarsi». Solo quando la sentenza è diventata definitiva, proprio perchè nel frattempo nessuno si è appellato, ed è arrivato l’ordine di carcerazione la giovane ha saputo di essere stata condannata a due anni. «A questo punto», conclude Di Nanna, «abbiamo presentato il ricorso in Appello, spiegando i motivi del ritardo e ricostruendo tutta la vicenda. La condanna di una minorenne da parte del tribunale di Giulianova consente di ritenere la sentenza impugnata, se non giuridicamente inesistente, radicalmente nulla».

Dopo l’annullamento della sentenza e la scarcerazione, la donna potrebbe chiedere anche il risarcimento per ingiusta detenzione. (d.p.)