AUTOSTRADE ABRUZZESI

A24-A25, concessione revocata a Strada dei parchi: torna allo Stato / AGGIORNAMENTI

"Gravi inadempimenti": nella gestione subentra Anas, escluse variazioni delle tariffe. Il concessionario: "La revoca è un sopruso contro cui reagiremo"

Revocata la concessione delle autostrade abruzzesi A24-A25 (Roma-L'Aquila-Teramo e Torano-Pescara) a Strada dei parchi (Gruppo Toto). Lo ha deciso il Consiglio dei ministri. La conferma è stata poi data dal ministro Stefano Patuanelli.

"Il provvedimento sulla revoca della concessione dell'Autostrada dei parchi", dice il ministro, "è storico e siamo molto soddisfatti. Io e il ministro Andrea Orlando abbiamo espresso soddisfazione. Finalmente si riequilibra il potere tra i concessionari e lo Stato". 

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In seguito all’informativa sulla gestione del rapporto concessorio dell’Autostrada A24/A25, presentata dal Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims), il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto-legge che dà efficacia immediata alla risoluzione della convenzione del 18 novembre 2009, sottoscritta tra Anas e Strada dei Parchi, disposta con decreto direttoriale approvato con decreto del Mims e del Ministero dell’economia e delle finanze.

Tale provvedimento, si legge nella nota inviata da Roma, "tiene conto degli esiti della procedura per grave inadempimento, attivata a dicembre 2021 dalla Direzione generale del Mims, in considerazione delle molteplici criticità riscontrate nella gestione dell’autostrada, compreso l’inadeguato stato di manutenzione".

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Il decreto-legge dispone l’immediato subentro di Anas nella gestione dell’autostrada che, per assicurare la continuità dell’esercizio autostradale, potrà avvalersi di tutte le risorse umane e strumentali attualmente impiegate, tra cui il personale di esazione, quello impiegato direttamente nelle attività operative e le attrezzature, automezzi e macchinari necessari ad assicurare il servizio.

È inoltre previsto che l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa) avvii un piano di ispezioni per verificare le condizioni sicurezza dell’intera infrastruttura autostradale.

Per gli utenti è esclusa ogni ulteriore variazione delle tariffe, che rimangono invariate per il futuro rispetto a quelle del 2017. Il decreto-legge contempla, inoltre, misure per la regolazione dei rapporti con il concessionario decaduto in relazione all’indennizzo spettante in base alla normativa vigente, fatto salvo il diritto al di risarcimento dei danni a favore del Mims.

LA REPLICA DI STRADA DEI PARCHI

"Strada dei Parchi Sp.A. apprende via stampa, senza alcuna comunicazione preventiva, che con un’inaudita e immotivata decisione, tesa a  umiliare e penalizzare un gruppo imprenditoriale il cui solo torto è di aver investito in Italia credendo nell’apprezzamento delle istituzioni, il Governo ha ritenuto di attivare l’art. 35 del Decreto Legge 30.12.2019 n. 162, revocando  la concessione delle autostrade A24-A25, della quale SdP era divenuta titolare nel 2002 vincendo la gara europea che lo Stato fece dopo aver preso atto di due successivi default delle società dell’Anas che gestivano i due tratti autostradali.

Si tratta di una scelta ritorsiva del tutto ingiustificata, sia per ragioni di procedura che di merito.

Prima di tutto, perché giunge fuori tempo massimo, visto che SdP ha notificato in data 12 maggio ai ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia la propria unilaterale decisione di avvio delle procedure per il recesso e la cessazione anticipata della concessione (ai sensi dell’articolo 11.11 della convenzione stessa), essendo venute definitivamente meno le condizioni minime in grado di garantire una efficace operatività in una condizione di equilibrio economico-finanziario.

È dunque SdP che ha deciso di risolvere in via anticipata il contratto, la cui scadenza naturale è fissata al 2030, ed è a questa decisione che il Mims ha il dovere di rispondere attivando le procedure per definire l’indennizzo dovuto, come previsto dalla concessione medesima.

Tale sofferta decisione è maturata dopo la bocciatura da parte del Cipess dell’ennesimo Piano economico e finanziario (Pef) – cioè lo strumento per mettere in sicurezza l’infrastruttura dal rischio terremoti e adeguarla alle nuove normative europee e nazionali – e di fronte alla constatazione che pur essendo il Pef iniziale di Sdp scaduto nel 2013, da allora, nonostante 18 diverse proposte sviluppate da parte di Sdp, recependo indicazioni e parametri forniti dal concedente, nulla è mai stato deciso.

In secondo luogo, non sussistono le ragioni giuridiche per l’applicazione dell’art. 35, che anzi viola apertamente e senza giusta causa i contratti in essere. Intanto perchè SdP non è inadempiente – anzi ha provveduto a pagare in proprio interventi urgenti che non le competevano e ha sopportato il blocco delle tariffe dal 2015 – e nessuna sentenza, neppure di primo grado, ha mai condannato la società o i suoi amministratori. Inoltre, le prove di carico ordinate da alcuni tribunali abruzzesi a periti professionisti hanno accertato senza ombra di dubbio che non sussiste alcun rischio per le infrastrutture autostradali e dunque non è a rischio la sicurezza degli utenti, mentre una sentenza della Corte di Giustizia ha stabilito che tutti i lavori di manutenzione fin qui affidati in house erano e sono perfettamente legittimi.

Tuttavia, c’è una ragione dirimente, che obtorto collo siamo costretti ad evocare, per respingere l’art. 35. Tale articolo e la legge che lo contiene furono scritti subito dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, vicenda drammatica che ha responsabilità ben specifiche ma ha scatenato nel Paese una generalizzata riprovazione morale nei confronti di tutti i titolari di concessioni pubbliche, autostradali e non, inducendo le forze politiche a “cavalcare” populisticamente tale sentimento. Peccato che nel caso di Genova, a torto o a ragione, l’art. 35 non sia stato usato. Mentre lo si pretende di applicare a SdP, soltanto in base all’asserito presupposto, immaginato dal Ministero senza alcun elemento probante, che prima o poi possa accadere un qualche incidente.

Peraltro, la decisione poggia su una raccolta di documentazione che si ferma al 2019: da allora, se il pericolo fosse stato davvero acclarato, perché sono stati fatti passare inutilmente tre anni? E con quale credibilità tale provvedimento viene messo in atto dalla stessa istituzione, il Mims, a cui per legge è demandata la funzione di vigilanza sulle infrastrutture autostradali e la loro manutenzione, e che in questo ruolo mai ha espresso rilievi al concessionario?

Per tutti questi motivi, SdP, di fronte alla formalizzazione di un atto che non esita a definire un sopruso, ha deciso di difendere in tutte le sedi il proprio buon nome e gli interessi legittimi che rappresenta, che sono quelli di un gruppo italiano che garantisce lavoro a 1.700 dipendenti e produce ricchezza pari all’8% del pil della regione Abruzzo".

LE REAZIONI

 «L'ok del Cdm alla revoca della concessione dell'Autostrada dei Parchi è un segnale molto importante. Una concessione non è una privatizzazione». Lo scrive il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, su Facebook. «Lo Stato esige il pieno rispetto degli impegni assunti dai concessionari, soprattutto quando si tratta della sicurezza dei trasporti e dei cittadini. Un ringraziamento alle strutture che hanno gestito questa procedura e al ministro Giovannini», afferma Orlando.

“Per un verso dico: finalmente il Governo ha preso una decisione", dice il presidente della Regione Marco Marsilio, "sono anni che chiediamo di fare una scelta per capire il destino delle autostrade A/24 e A/25. Spero però che il Governo abbia formidabili argomenti per questa revoca a Strada dei Parchi perché ho una preoccupazione fortissima: in un paese, dove Benetton e Atlantia sono stati liquidati con 8 miliardi di euro dopo aver fatto crollare un ponte con decine di morti, è difficile pensare che Toto se ne andrà dalla concessione sulle autostrade abruzzesi gratis. Questa scelta del Governo darà vita a un contenzioso micidiale. Mi auguro che nel frattempo non si blocchi e nemmeno rallenti le attività di messa in sicurezza sismica della tratta autostradale e dell’acquifero del Gran Sasso e che, soprattutto, questa storia non costi alle casse pubbliche uno o due miliardi di euro per pagare il concessionario. Soldi tolti all’Abruzzo e agli abruzzesi”. 

La deputata Stefania Pezzopane (Pd) pensa già al dopo chiedendo di salvaguardare occupazione e tutelare pendolari :“La revoca", dice, "deve costituire una novità positiva, vanno evitate ripercussioni su utenza e personale. La maggiore garanzia pubblica deve produrre un miglioramento dell’esercizio e della manutenzione. Anas è chiamata ad una grandissima responsabilità. La prima questione è salvaguardare tutto il personale che andrà assunto per non disperdere le professionalità e per evitare una carneficina sociale. Inoltre, occorre mettere sul tavolo la riduzione delle tariffe fino all’azzeramento delle stesse per i pendolari".

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista: "Non sono ancora chiari reali scopi della revoca della concessione di Strada dei Parchi. Non è chiaro se il governo vuole passare dai feudatari nostrani ai fondi finanziari internazionali, come già accaduto per Autostrade Per l'Italia dopo la buonuscita miliardaria a Benetton e altri azionisti. Il dato certo è che siamo di fronte al fallimento della privatizzazione delle autostrade a cui solo noi di Rifondazione Comunista ci opponemmo tra la fine degli anni '90 e i primi 2000 mentre centrosinistra e centrodestra facevano a gara nel confezionare norme a favore dei privati. Dopo la strage del Ponte Morandi le tardive perizie hanno accertato quello che abbiamo sempre denunciato: le reti autostradali sono diventate pericolose per carenza di manutenzione. Un gioiello infrastrutturale del paese realizzato dal pubblico è diventato un rottame in mano ai privati. Noi che abbiamo sempre chiesto la ripubblicizzazione delle autostrade - e che l'inadempimento di Toto lo abbiamo denunciato per anni - non festeggiamo perchè vogliamo vederci chiaro".