Abruzzo, a rischio i 255 milioni per la sanità

23 Novembre 2011

La Regione vuole investirli sul territorio, il ministero chiede di dirottarli sul debito

PESCARA. I 255 milioni per la sanità abruzzese sbloccati dal governo dopo il pareggio di bilancio raggiunto nel 2010 potrebbero essere destinati al ripiano del debito e non agli investimenti sul territorio, come annunciato in un primo momento dal governatore Gianni Chiodi. Lo ha detto la subcommissaria Giovanna Baraldi ai sindacati nel corso di un incontro che si è svolto ieri in Regione. La Baraldi ha detto di avere scritto al ministero per chiedere chiarimenti.

Obiezioni sull'utilizzo del fondo per gli investimenti sarebbero state avanzate alla Regione dal tavolo di monitoraggio dei ministeri dell'Economia e della Salute. Il tavolo avrebbe chiesto alla Regione di utilizzare quei soldi per sanare il pregresso. «E' una comunicazione che ci ha lasciati interdetti», commenta la segretaria regionale della Cgil Sanità Angela Scottu, ricordando che la liberazione di quelle risorse era stata alla base della firma di un accordo Regione-sindacati che Chiodi aveva definito storico.

«Al momento della firma dell'accordo si dava per scontato che quei soldi fossero destinati al territorio», dice oggi la Scottu.

Un nuovo incontro con il tavolo di monitoraggio è stato fissato per i primi giorni di dicembre e probabilmente in quella sede ci sarà un chiarimento. Tra l'altro la subcommissaria non ha saputo dire se l'eventuale spostamento dei 255 milioni sul debito, potrà permettere alla Regione di recuperare i 160 milioni di fondi Fas dirottati, con l'assenso del governo, dagli investimenti produttivi al buco della sanità.

La Baraldi ha poi annunciato che entro Natale firmerà un decreto che fisserà i tetti di spesa del pubblico. L'obiettivo è di ridurre ulteriormente la spesa ospedaliera che oggi è del 49% del fondo sanitario regionale, superiore di cinque punti ai paramenti fissati dagli standard nazionali: 51% spesa territoriale (oggi è al 46%), 44% spesa ospedaliera, 5% spesa per la prevenzione. La spesa ospedaliera è intanto scesa dell'1,5% per effetto della riconversione dei piccoli ospedali, ma la discesa è troppo lenta. Intanto restano agitati i rapporti con i privati. Le cliniche aderenti all'Aiop (l'associazione dell'ospedalità privata) dopo aver firmato i nuovi contratti hanno fatto ricorso al Tar perché considerano i tetti dei budget troppo bassi. La Baraldi ha assicurato che la Regione andrà avanti sulla linea del rigore e su questo ha ottento l'appoggio dei sindacati.

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