CORONAVIRUS

Abruzzo, la zona arancione è alle porte

Raggiunte le soglie minime sul tasso di occupazione dei posti letto, venerdì l'ufficializzazione. Ma i dati confermano la frenata della corsa del virus: -13,65% in una settimana

PESCARA. L'Abruzzo è fra le sei regioni che, dati covid alla mano, stanno per passare alla fascia arancione. Il tasso di occupazione dei posti letto arriva al 20% (+1%) per le terapie intensive ed è al 30% per l'area non critica, a fronte di soglie limite pari esattamente al 20 e al 30%. Sul fronte contagi, l'incidenza settimanale per centomila abitanti è stabile a 1.964 (soglia limite 150).

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Il monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute, sulla base del quale verrà stabilita la nuova classificazione delle regioni, è previsto per venerdì: saranno dunque determinanti i dati dei prossimi giorni. In pratica basta un solo ricovero in più per sancire il passaggio dalla zona gialla a quella arancione.

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Le altre regioni che rischiano di sforare i dati sono Calabria, Lazio, Liguria, Marche, Toscana, alle quali si aggiunge la provincia di Trento. Sembra invece rientrato l'allarme per la Valle d'Aosta, che ha chiesto comunque una deroga al governo per evitare di finire in zona rossa se dovessero risalire le terapie intensive.

Eppure, in Abruzzo nonostante i nuovi casi siano oltre cinquemila, i dati confermano la frenata della corsa del virus. Il totale dei contagi accertati in una settimana è pari a 25.162, con una variazione del -13,65% rispetto ai sette giorni precedenti. Tutto questo mentre le Regioni fanno sempre più in pressing sul Goiverno per modificare le regole anti Covid, a partire dai parametri di conteggio dei ricoveri in ospedale per evitare il passaggio nella zona con più restrizioni: Friuli Venezia Giulia, Piemonte e la stessa Sicilia hanno infatti già parametri da zona arancione.