Abruzzo, sì fra le polemiche all'aumento del bollo auto

10 Novembre 2011

Insorgono Pd, Udc e Idv. Chiodi: misura equa al posto delle accise sulla benzina

PESCARA. Chi ha una Ferrari deve pagare di più i debiti della sanità pubblica rispetto a chi possiede una Panda o una Fiat 500, con la consapevolezza che un tot in più devono comunque versarlo tutti gli automobilisti abruzzesi (eccetto chi possiede auto d'epoca e chi ha gravi disabilità ed i relativi accompagnatori). È il principio di «maggiore equità» che ha spinto la maggioranza di centrodestra ad approvare in consiglio regionale la legge sull'aumento del bollo auto del 10% a partire dal 1º gennaio. Un provvedimento che cancella quello precedente sull'aumento delle accise sulla benzina (circa 2 centesimi di euro al litro) ma che ha le stesse finalità: reperire i 13 milioni di euro l'anno necessari a rimborsare l'anticipazione di cassa di 200 milioni di euro concessa nel 2009 dallo Stato per pagare l'ingente debito nella sanità pubblica.

Il problema è nato nel momento in cui l'aumento nel 2011 della benzina ha finora portato alla Regione 3 milioni e 80mila euro, somma molto al di sotto delle aspettative. Di qui la necessità, come preannunciato dal Centro, di cambiare la legge, malgrado il voto negativo di centrosinistra e Udc e lo scontro in aula.

Il capogruppo Idv Carlo Costantini accusa il presidente della giunta e Commissario per la Sanità chiedendone le dimissioni: «Un presidente di Regione che dopo tre anni di potere assoluto sul bilancio della Regione mette ancora le mani nelle tasche dei cittadini e sceglie di farlo nella maniera più odiosa, utilizzando l'aumento del bollo auto, che scarica i suoi effetti su tutti i cittadini e non solo su quelli che possono, è un presidente oggettivamente fallito». «L'alternativa dell'imposta di bollo auto è meno penalizzante per chi viaggia con mezzi di bassa cilindrata mentre il surplus sulla benzina riguardava tutti e allo stesso modo», risponde il governatore Gianni Chiodi, «All'opposizione chiedo: se il bollo auto non va bene, l'accise sulla benzina neppure, quale è la sua proposta per risanare i debiti della sanità, frutto della politica scellerata fatta in passato?». «Si poteva agire su misure di razionalizzazioni dei costi riformando Asl e strutture regionali, oppure favorendo altre forme di entrate che non si scaricano sulla generalità dei contribuenti», risponde il capogruppo del Pd Camillo D'Alessandro che ricorda come l'aumento del bollo auto si aggiunga a quello delle Province sull'Rca auto e come di fatto impoverisca la gente: «Non certo coloro che con auto di 3000 di cilindrata non hanno problemi a pagare un po' di più, ma la gente comune è altra cosa, ma questo a Chiodi sfugge». Per Antonio Menna dell'Udc i 13 milioni che s'intendono recuperare rappresentano «una cifra "irrisoria" se paragonata al totale delle convenzioni sottoscritte dal Commissario alla Sanità con i privati: «Una riduzione di queste avrebbe evitato questa ulteriore manovra ingiusta ed impopolare. Anche perché», aggiunge, «questo aumento indiscriminato andrà a gravare anche sulle spalle degli aquilani».

Un'altra alternativa l'aveva prospettata martedì il consigliere Sel Franco Caramanico con l'interrogazione sui canoni demaniali dei bacini idrografici in concessione a grosse società: se fossero aggiornati, come hanno fatto altre regioni, la Regione incasserebbe 9 milioni in più, evitando il rincaro del bollo auto. Una proposta che non trova per ora seguito.

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