#Abruzzonoslot, la storia: ho perso tutto e ora nessuno mi aiuta

l racconto di un amante-pentito del gioco d'azzardo alle macchinette mangiasoldi

PESCARA. Per il «maledetto gioco» ha perso tutto: soldi, moglie, amici. Mario (lo chiameremo così per tutelare i figli), dipendente di una società di servizi, è riuscito però a trovare la forza per curarsi e vincere la dipendenza. Adesso però è economicamente a terra «tecnicamente fallito» e non sa più come rimettersi in piedi. «Tutte le porte sono chiuse, se provi a fare o a chiedere qualcosa ti ridono dietro. Ora ho letto che la giunta D’Alfonso vuole dare aiuti ai bar che rifiutano le macchinette. Io sono d’accordo, perché lì si fanno introiti infiniti. Ma uno come me che ha perso tutto e non riesce a risollevarsi che cosa deve fare? Suicidarsi? Io c’ho pensato, certo, ma non l’ho fatto solo per i miei figli».

Quando si è reso conto di dipendere dalle macchinette?

«A un certo punto non vedevo l’ora di andare in queste sale a buttare via tutti i miei soldi. Mi alzavo persino la notte per andare a giocare: 100, 200, 1000 euro...»

Pensava di poter controllare il gioco?

«Il controllo lo perdi subito».

Dove trovava tutti quei soldi?

«Ho consumato tutto quello che avevo. A un certo punto mi sono rivolto anche agli strozzini. Loro ti danno due e vogliono indietro quattro, ma ho smesso perché era troppo pericoloso».

Chi l’ha convinta a farsi curare?

«Un po’ gli amici, un po’ la nuova compagna, ma l’ho fatto soprattutto per i miei figli».

Quando ha cominciato a curarsi?

«Quattro anni fa. Ma ancora adesso vado al Centro d’igiene mentale. Ci vado per orgoglio, per dimostrare a me stesso che sono uscito fuori».

E’ davvero uscito fuori?

«Sì, oggi il mio problema non è più il gioco, il mio problema è economico. Se vado in banca non mi danno nulla perché ho tutto pignorato. Dello stipendio, dopo aver pagato i debiti e il mantenimento della ex moglie, mi restano solo 500 euro. Se voglio offrire una pizza ai miei figli devo chiedere un prestito agli amici».

Se passa davanti a un locale con le slot machine non avverte più la tentazione di giocare?

«Quella c’è sempre, e adesso con la mia situazione economica la tentazione è di giocare per vincere».

Al gioco non si vince, lo sa?

«Lo so che non si vince, ma...Qualche volta comunque mi capita di entrare in una sala giochi, ma non per le slot machine».

E per cosa allora?

«Per giocare la schedina e qualche gratta e vinci con la mia compagna: 1 euro 2 euro...».

Incontra altri giocatori Ha modo di parlare con loro?

«Incontro giocatori e giocatrici, perché anche le donne in questo giro sono tante».

E cosa gli dice?

«Gli dico di lasciare stare. Racconto la mia storia, Dico: attenti perché oggi ti può andare bene domani ti va sicuramente male».

Lei vieterebbe o limiterebbe le macchinette?

«Io sì: ho visto pensionati giocarsi la pensione, ma ora la cosa più grave sono i ragazzi, ne ho visti tanti giocare, davvero tanti».

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