abruzzo

Agricoltura, a fine anno i primi bandi europei

L’assessore Pepe: "Aspettiamo l’ok da Bruxelles. Le 400 osservazioni? Un fatto normale. Puntiamo sui giovani e intanto riorganizziamo la struttura"

PESCARA. C’è un modello ideale di azienda agricola che viene fuori dal Piano di sviluppo rurale 2014-20120 (Psr) della Regione Abruzzo: è un’impresa innovativa, condotta da giovani, preferibilmente donne, impegnata in produzioni biologiche, energeticamente sostenibile, ben inserita nel contesto rurale, servita da banda larga, e, possibilmente, che goda di un buon accesso al credito bancario.

Su questo perimetro ideale l’assessore regionale all’Agricoltura Dino Pepe e i suoi collaboratori, a iniziare dal direttore del dipartimento Antonio Di Paolo, stanno scrivendo i primi bandi che saranno pubblicati a fine anno, dopo l’ok di Bruxelles al piano. Un via libera previsto a inizio autunno e in ritardo rispetto ad altre regioni. «Infatti il Psr», fa notare l’assessore Pepe, «doveva essere pronto il 22 luglio 2014, come tutti gli altri piani. Io mi sono insediato il 26 giugno e non ho potuto portare nulla a Bruxelles perché il piano non era stato elaborato. Così ci siamo affrettati a scriverlo in 20 settimane di lavoro impegnativo, con una concertazione che ha interessato 200 portatori di interesse. All’Unione europea lo abbiamo consegnato prima di Natale 2014». L’ok di Bruxelles dovrebbe arrivare quindi nel giro di 90 giorni, nonostante le 400 e più osservazioni scritte a margine dai funzionari europei. «Un fatto normale e in questo siamo più virtuosi rispetto a regioni come il Piemonte che ha avute 807 o le Marche che ne ha avute 631», nota Pepe.

L’assessorato si muove in un contesto economico migliore rispetto agli anni scorsi. In Abruzzo ci sono 66 mila imprese agricole, di cui 23 mila condotte da donne per un totale di 144 mila addetti. Il primo trimestre del 2015 si è chiuso per il settore con un aumento di occupazione del 13% rispetto allo stesso trimestre del 2014, e contro il +4,9% registrato dal sistema economico abruzzese. Intanto le scuole tecniche e le facoltà a indirizzo agricolo vedono crescere iscritti («Un giovane su quattro dopo la terza media sceglie questo indirizzo», sottolinea l’assessore). E anche il credito ricomincia a marciare. «E noi», dice Pepe, «stiamo procedendo a sottoscrivere protocolli con il sistema bancario regionale e con le Bcc perché i vincitori di bando abbiano garantito un pacchetto creditizio. Sosterremo anche i confidi che lavorano con il mondo agricolo». La difficoltà a cofinanziare i progetti europei da parte delle aziende è stata infatti una delle cause che hanno frenato il ricorso ai finanziamenti europei. Quest’anno anche la Regione fa la sua parte, mettendo a bilancio, per la prima volta dopo anni, circa 9 milioni e mezzo per il cofinanziamento della prima annualità del nuovo Psr. Un’attenzione particolare avrà anche la zootecnica, promette Pepe: «C’è da parte di molti imprenditori la riscoperta di questo mondo, cercheremo di sostenerlo con attenzione alle razze autoctone abruzzesi». Nel frattempo procede la riorganizzazione dell’assessorato. Il piano è stato presentato pochi giorni fa all’attenzione della giunta regionale. «Abbiamo conservato l’autonomia di gestione delle politiche agricole», premette Pepe accennando all’iniziale progetto di fusione dell’Agricoltura con le Attività produttive, «e abbiamo conservato tutte le sedi del territorio. Ora distingueremo l’aspetto autorizzatorio da quello promozionale e concentreremo le attività del Psr». Sarà dunque centralizzato a Pescara il servizio di programmazione; ci saranno tre ispettorati agrari provinciali a Teramo, Avezzano e Chieti; all’Aquila sarà localizzato il settore foreste. Un Servizio tecnico per l’agricoltura avrà sede ad Avezzano: «Stiamo cercando di recuperare all’interno di questo servizio», spiega l’assessore, «tutto quello che c’era di positivo nei presìdi per l’agricoltura che erano stati abbandonati a se stessi. La sede del dipartimento sarà ad Avezzano, perché vogliamo mantenere alta l’attenzione sulla Marsica che, come si sa, fa un quarto della produzione agricola regionale».

©RIPRODUZIONE RISERVATA