«Aiuti per l’olivicoltura» Ma è polemica sui tempi

Febbo (Fi) critica l’assessore Pepe: da tempo si sapeva delle difficoltà del settore Le aziende rassicurano i consumatori: «Troverete in vendita olio di qualità»

PESCARA. Una richiesta tardiva? Lo pensa l’ex assessore regionale all’Agricoltura Mauro Febbo che ha criticato la decisione dell’attuale assessore Dino Pepe di chiedere lo stato di calamità per l’olivicoltura abruzzese. «Il 2014», ha detto Pepe «è stato un anno drammatico per i produttori di olive e olio extravergine d’oliva. L'anomalo andamento climatico e l'attacco di mosca olearia hanno compromesso gravemente il raccolto di uno dei prodotti tipici simbolo dell'agricoltura abruzzese». Sottolineando la sua «vicinanza agli agricoltori colpiti dalla stagione particolarmente avversa», Pepe ha ribadito «la necessità di avviare una richiesta di aiuto tempestiva per risollevare l'economia delle imprese coinvolte».

Ma per Febbo l’atto è arrivato «con clamoroso ritardo. Fosse stato più attento Pepe si sarebbe accorto molti mesi fa di quello che stava accadendo non solo per quanto riguarda l’olio ma anche per molte altre produzioni che meriterebbero lo stesso impegno da parte dell’esecutivo regionale».

Intanto in una nota le aziende olearie italiane assicurano che continueranno a garantire la presenza sulle tavole degli italiani di olio extravergine di qualità nonostante le carenze produttive. Ad assicurarlo sono Assitol (Associazione Italiana dell'Industria Olearia) e Federolio (Federazione Nazionale del Commercio Oleario) sottolineando come la scarsa campagna olivicola nazionale, con poco meno di 300 mila tonnellate prodotte, abbia «innegabilmente messo in difficoltà i produttori olivicoli e la filiera del settore, acuendo quest'anno una situazione di carenza della produzione che tuttavia, anche se con entità di anno in anno diversa, esiste da anni nel nostro Paese. Nonostante l'eccezionalità di quest'anno, infatti, l'Italia non è un Paese autosufficiente: il fabbisogno annuale di consumo di olio di oliva degli italiani (circa 600 mila tonnellate) è da sempre più elevato della produzione nazionale, e a questo deve aggiungersi quello necessario a garantire l'esportazione dei nostri prodotti in tutto il mondo (circa 400mila tonnellate)». «Come ogni anno, dunque, le aziende olearie valorizzeranno al meglio la produzione 100% italiana disponibile, e nel contempo selezioneranno e accosteranno i migliori oli di produzione estera». conclude la nota.