Appalti, negata la libertà a Sorgi

Il gip dice no alla richiesta del superdirigente arrestato: «Può distruggere le prove, resti ai domiciliari»

PESCARA. L’interrogatorio di Antonio Sorgi, due ore di spiegazioni lunedì scorso nell’aula B del tribunale di Bazzano all’Aquila con il gip Romano Gargarella e i pm Antonietta Picardi e Simonetta Ciccarelli, non ha fatto emergere «elementi nuovi». Per questo, Sorgi, superdirigente della Regione Abruzzo, 55 anni di Giulianova, chiamato «Re Sole» nelle intercettazioni telefoniche, deve restare ancora agli arresti domiciliari. Sempre nella sua casa di via Bari, dove si trova dal 30 settembre scorso, accusato di associazione per delinquere, corruzione e turbata libertà degli incanti nell’inchiesta sulla gara d’appalto da 2,4 milioni di euro per l’ampliamento del cimitero di Francavilla che conta 11 indagati. Il gip ha respinto la richiesta di Sorgi, assistito dall’avvocato Guglielmo Marconi, già ordinario di Diritto penale all’università di Teramo, di tornare in libertà: «Le esigenze cautelari non sono venute meno». Sulla libertà al capo della direzione Affari della Presidenza, Politiche Legislative e Comunitarie Programmazione, Parchi, Territorio, Valutazione Ambientali, Energia, anche le pm hanno stilato un parere contrario. Stessa decisione anche per il secondo arrestato ai domiciliari, Antonio Giordano, 63 anni di Ortona, funzionario del Comune di Francavilla e segretario della commissione di gara del cimitero, difeso dall’avvocato pescarese Giuliano Milia: se Giordano fosse libero, dice il gip, ci sarebbe «il pericolo di abuso della funzione pubblica». Per i due arrestati, adesso, resta aperta una strada, quella del tribunale del Riesame dell’Aquila.

Una pagina. Il provvedimento del gip, già notificato agli indagati, è lungo appena una pagina, 22 righe: per il giudice, non c’è solo il pericolo di reiterazione dei reati, a partire dal presunto appalto pilotato con «pressioni costanti», ma anche il rischio di inquinare le prove e distruggerle.

«Parla dal telefono di casa». Una circostanza, quest’ultima, di cui si parla già negli atti dell’indagine, svolta dagli agenti della squadra mobile di Pescara, guidati dal dirigente Pierfrancesco Muriana: documenti da nascondere – «Tutta la roba dentro lo scaffale... ho tolto tutto», così dice Sorgi in un colloquio con la moglie – e attenzione nel parlare al telefono. «Qualcuno dovrebbe parlare anche con Giordano», dice il direttore regionale in un’intercettazione dopo le prime perquisizioni risalenti al 18 dicembre 2013, «telefonando dal telefonino di chi? Un altro telefono ce l’hai? Tua madre? Il telefonino di una persona, chiedilo a un amico tuo». Poi: «Dovete parlare con i fissi di casa» perché «non sono intercettabili». E ancora: «WhatsApp è un sistema molto più criptato... non è... più complicato intercettarlo».

Gli altri indagati. Confermata la misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività professionali e imprenditoriali a carico dei soci di Sorgi nel Consorzio Progetti & Finanza, l’architetto pescarese Giovanni Vaccarini, 48 anni, a capo della Sincretica srl, e il costruttore di Giulianova, Antonio Di Ferdinando, 48 anni.

Caso Olivieri. Sulla richiesta di interdizione a carico di un altro indagato, il dirigente del Comune di Francavilla e presidente della commissione di gara, Roberto Olivieri, 55 anni di Giulianova, è stato disposto il non doversi procedere. Dopo l’interrogatorio, per il gip, la procura «non ha insistito nella richiesta di applicazione della misura interdittiva» a carico di Olivieri, assistito dal legale Marco Femminella.

©RIPRODUZIONE RISERVATA