Benessere, Abruzzo ok

Teramo guadagna più di 40 posizioni. Pescara 20.

PESCARA. Teramo ventisettesima in classifica. L’Aquila quarantaseiesima. Chieti quarantottesima e Pescara quarantanovesima. Tutte le province abruzzesi, insomma, sopra la media nazionale. Ecco cosa succederebbe se per valutare i territori non si considerasse l’indice della ricchezza prodotta, cioè il Pil, ma il Bil, l’indice del Benessere interno lordo. A provarci sono stati i ricercatori del Centro studi Sintesi di Venezia che hanno stilato una classifica del benessere nelle 103 province italiane e confrontato i risultati con quelli ottenuti nella classifica Prometeia 2008 sul valore aggiunto, cioè la ricchezza.

Per provare a misurare il benessere gli studiosi hanno creato un indice sperimentale che, come spiega Valeria Benvenuti, una dei componenti del team che ha curato lo studio, «è un work in progress». L’indice deriva dalla somma di otto indicatori, uno per ogni area di analisi, cioè la speranza di vita alla nascita, il tasso di iscrizione all’università, la spesa procapite per spettacoli, l’affluenza alle urne, la carbon intensity, il numero di furti e rapine, le organizzazioni di volontariato e la ricchezza. In questa speciale classifica le quattro province abruzzesi hanno tutte guadagnato posizioni rispetto a quella della ricchezza e si sono piazzate sopra la media nazionale.

Teramo ci ha guadagnato più di tutte le altre, piazzandosi al 27esimo posto, mentre per ricchezza era 70esima in Italia. L’Aquila ha guadagnato 25 posizioni ed è arrivata 46esima. «I dati ovviamente non tengono conto del terremoto» spiega la Benvenuti «perchè sono del 2008. Sarà molto interessante vedere il prossimo anno come il sisma influenzerà gli indicatori». Chieti di posizioni ne ha invece guadagnate 18, arrivando al 48esimo posto, mentre Pescara è arrivata 49esima guadagnando 20 posizioni. Sono salite anche le province molisane: Campobasso si è piazzata al 40esimo posto recuperando 34 posizioni, mentre Isernia, che pure è finita sotto la media nazionale, ha comunque salito otto gradini rispetto alla 75esima posizione della classifica della ricchezza.

In realtà, come rilevano gli stessi ricercatori, è tutto il centro Italia che con questo nuovo indicatore si prenderebbe una rivincita sulle grandi aree del nord e sulla capitale. A guidare la classifica sono infatti Forlì-Cesena, Ravenna e Firenze. Sorprendente poi il risultato delle province marchigiane che si sono piazzate tutte tra le prime dieci in Italia.