Caripe, si decide sulla cessione

Il Banco Popolare porta in Cda la trattativa con Tercas. Non c’è ancora il via libera per la differenza sul prezzo. Verona chiede 265 milioni Teramo ne offre 200

PESCARA. Va avanti, sia pure in modo quasi impercettibile, l’operazione di cessione della Caripe alla Tercas. Ieri a Verona il consiglio d’amministrazione del Banco Popolare, che controlla il 95 per cento di Caripe, ha affrontato la questione. Ma una decisione, e quindi una svolta, non c’è stata.

Nessuna cessione di Caripe, per ora, ma la trattativa con Tercas resta aperta. Queste, almeno, sono le indiscrezioni raccolte in modo ufficioso a Verona. Sulla trattativa - in corso da mesi - è impossibile avere dichiarazioni ufficiali, ma in casi di questo genere è un fatto normale visto che qualsiasi notizia può incidere sulle valutazioni di borsa e quindi causare la commissione di un reato.

Tra un silenzio e una mezza voce, però, alcuni punti fermi ci sono. Uno è che ieri Banco Popolare non avrebbe comunque potuto deliberare la dismissione di Caripe, ma solo decidere se mandare avanti o no la trattativa avviata con Banca Tercas. La manifestazione d’interesse di Tercas per Caripe c’è già, e ovviamente la Cassa di risparmio teramana ha quantificato la propria offerta. Ma l’offerta vincolante, quella che la banca acquirente deve adeguatamente pubblicizzare per legge, l’istituto teramano potrà farla solo più avanti, dopo che ci saranno stati alcuni passaggi tecnici necessari. Peraltro, non è detto che Tercas sia l’unica banca interessata a prendersi Caripe. Pare infatti che ci sia un altro gruppo in corsa.

Cos’è che rallenta, o quantomeno non accelera, la trattativa tra il gruppo Banco Popolare e Banca Tercas? Probabilmente il nodo è uno solo: i soldi da mettere sul piatto. Secondo i rumors degli ambienti finanziari, la Caripe sarebbe stata quotata dalla holding che la controlla 265 milioni di euro, cioè circa 5 milioni di euro a sportello. La Tercas riterrebbe questa cifra troppo alta, valuterebbe Caripe 200 milioni e sarebbe pronta ad offrire 102 milioni per il 51 per cento dell’istituto pescarese. Nell’operazione di acquisto l’istituto teramano avrebbe un alleato importante nella Fondazione Pescara Abruzzo, attuale detentrice del 5 per cento di Caripe, che - sempre secondo indiscrezioni - nel nuovo assetto porterebbe la sua quota al 15 per cento. Il resto delle azioni Caripe (circa il 34 per cento) verrebbe acquisito da Tercas con un sistema finanziario a due anni. Non è escluso, ovviamente, un compromesso che avvicini domanda e offerta.

Una cosa è certa, e cioè che l’operazione in corso ha una valenza storica. La Cassa di risparmio pescarese, se dovesse essere acquistata dalla Tercas, tornerebbe ad essere tutta abruzzese. Quella teramana, infatti, è l’unica cassa di risparmio regionale che è riuscita a restare autonoma rispetto ai grandi gruppi bancari. Questi, negli anni, hanno via via preso in mano le altre più importanti banche abruzzesi. La Tercas ha resistito e ora è pronta per espandersi, realizzando una fusione inedita nell’Abruzzo dei campanili. (d.v.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA