Castiglione: "Dimezzerò i tempi della riforma dei consorzi"

Dai 18 mesi iniziali a nove per arrivare alla fusione delle sette aziende regionali

PESCARA. La promessa di Alfredo Castiglione è di quelle impegnative: «Farò di tutto per ridurre della metà i tempi di realizzazione della riforma dei consorzi industriali». L'assessore regionale alle Attività produttive al momento di varare il provvedimento che norma la nascita della società unica Arap (Azienda regionale aree produttive) aveva ascoltato esperti e consulenti sui tempi necessari per arrivare alla fusione dei sette enti («sette distinte fusioni», puntualizza Castiglione) e aveva accettato un cronoprogramma di ben 18 mesi per chiudere i consorzi e aprire la nuova fase del consorzio unico.

Ora, dopo le critiche e le perplessità, non solo delle opposizioni, Castiglione rivede al ribasso le stime, ma avverte: «Ci sono passaggi complicati: sul disciplinare, per esempio, è importante che si rifletta bene, qualche mese in più, perché stabilirà le regole per rendere omogenee le esigenze e le risposte del territorio in termini di compiti e di servizi. E poi c'è bisogno di concertazione con le forze sociali e con gli enti pubblici».

Non sono poi ben chiari nel dettaglio alcuni passaggi (per le fusioni occorrerà una semplice licitazione o una gara europea? Il notaio come andrà scelto? In ballo c'è un patrimonio complessivo di circa 300 milioni in infrastrutture e immobili): «Utilizzerò a fondo i dirigenti regionali che sono molto esperti, coinvolgerò le facoltà di economia e di legge delle nostre università, ricorrerò ad altre figure solo quando sarà necessario», dice Castiglione.

L'ITER.
Tra diciotto mesi (o tra nove mesi, nell'ottimistica riprogrammazione dell'assessore) la fine dei consorzi industriali, decreterà definitivamente l'uscita di scena di una struttura chiave dell'Intervento straordinario del Mezzogiorno.

E' localizzata nel Mezzogiorno infatti la gran parte dei 69 consorzi del paese oggi attivi, e tutti alla ricerca di gestioni più innovative (la Regione Sardegna ha messo praticamente in liquidazione i suoi 16 consorzi mentre i pochi del nord hanno già preso strade diverse).

L'Abruzzo non aveva alternative alla riforma. I sette consorzi, già commissariati da anni, e in larga parte indebitati, hanno poteri residuali (espropri, concessioni di aree, una struttura organizzativa, 98 dipendenti in totale, fortemente orientata sull'urbanistica più che sui servizi) esercitati non sempre in maniera trasparente.

E nel processo di crescita dell'industria regionale, le aree sono rimaste sostanzialmente isolate. Oggi nelle sette Asi sono insediate appena 1.725 aziende. Le aree interessano solo 47 comuni. Tra l'altro nel corso degli anni la capacità attrattive di queste aree è diminuita e in alcuni casi completamente assente, mentre la crisi degli ultimi anni ha bloccato gli unici due consorzi in espansione: Sangro e Trigno. Se si prende in considerazione il 2009, l'Asi del Vastese ha registrato 11 assegnazioni di aree, il Sangro 7, Sulmona nessuna assegnazione, Avezzano una sola assegnazione, Teramo 5 assegnazioni, Pescara è ormai satura, L'Aquila è rimasta ferma per il terremoto. In sostanza, come scrive Castiglione nella presentazione della riforma «lo sviluppo industriale del territorio avviene in buona parte al di fuori dei consorzi». Con problemi nella gestione delle aree. Perché dove il consorzio non c'è, i Comuni non hanno la possibilità di farsi pagare i servizi, neanche i più elementari, come lo sfalcio dell'erba. Le uniche entrate per gli enti locali vengono dall'Ici.

Da tutto questo deriva che i consorzi registrano una bassa redditività. Per dirla con l'assessore «un disequilibrio strutturale crescente in termini di capacità di remunerazione dei propri costi di esercizio». I costi sono cioè superiori ai ricavi, perché in molti casi i servizi non vengono erogati, con grande insoddisfazione da parte delle aziende, che sarebbero ben disposte a pagare servizi efficienti. Non stupisce dunque che la gestione dei consorzi sia in passivo. Cinque su sette non hanno i conti in ordine, con perdite complessive di 3-4 milioni l'anno. Solo i consorzi Sangro e Vasto sono in leggero attivo, ma per l'assessorato i conti sono comunque a rischio «per la vetustà degli impianti che vanno rinnovati» e perché il 50% degli introiti arriva da un solo soggetto. Diverso il discorso del consorzio Val Pescara gravato da una quarantina di milioni di debiti per la questione, ancora in sospeso, del pagamento delle aree esproriate dell'asse attrezzato. Il consorzio subirà un iter diverso dagli altri e sarà liquidato.

IL CAMBIAMENTO.
La crisi delle aree industriali tradizionali obbliga al cambiamento. L'obiettivo della Regione, che sarà socio di maggioranza del nuovo soggetto gestore, è di arrivare a costruire un sistema di aree nelle quali coniugare innovazione, competitività e soprattutto salvaduardia ambientale, per costruire quel sistema produttivo diffuso che la Regione identifica nei Poli d'innovazione (aggregazioni permanenti di imprese all'interno di specifiche filiere produttive), nelle Reti d'imprese (aggregazioni temporanee di soggetti privati su progetti comuni), nei cluster (sistemi "virtuali" multi-filiera).

Nelle aree la pianificazione sarà di competenza delle Province e dei Comuni, la gestione sarà a carico dei Comuni, la Regione si riserverà una funzione di programmazione. Ma il punto chiave della riforma resta uno: «L'erogazione di servizi alle imprese localizzate in tutte le aree destinate ad attività produttive rispondenti alle nuove esigenze e con livelli di qualità (e di tariffe) omogenei su tutto il territorio regionale».

E converrà familiarizzare da subito con un termine: "Apea", Aree produttive ecologicamente attrezzate, che saranno attuate dai Comuni singolarmente o in forma associata, dall'Arap, da altre forme associate di soggetti pubblici, e da imprese che si convenzionano con gli enti pubblici privati.

Dalla riforma la Regione pensa che potrà derivare una forte attrattività delle aree e stimolare la nascita di società di servizi e dunque di nuovi posti di lavoro.

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