Chiesa delle Anime sante, risuona la campana

L’Aquila, prima messa dopo il sisma nella chiesa simbolo. I vescovi tornano a celebrare messa

L'AQUILA. Porta ancora le ferite della tragedia che ha colpito la città e la sua gente. Ma ieri sera quelle porte di nuovo spalancate hanno riacceso la speranza e la voglia di condividere il sogno della ricostruzione. La chiesa di Santa Maria del Suffragio, detta delle Anime Sante, uno dei simboli della città devastata dal sisma, ha riabbracciato ieri i suoi fedeli. Una chiesa «mutilata» e solo parzialmente fruibile.

Tanto che ieri ha accolto 150 persone. «È bello poter tornare a sentire qui in piazza Duomo il suono di una campana» ha detto l’arcivescovo Giuseppe Molinari nell’omelìa pronunciata durante la celebrazione della messa che ha segnato la riapertura al culto di parte della chiesa delle Anime Sante.

«Certo questo suono arriva da un chiesa che ora non è splendida e perfetta come lo era un anno fa» ha aggiunto Molinari. «Da un luogo di culto che porterà ancora a lungo le ferite della tragedia che ha colpito noi tutti. Però, mi piace pensare che questo piccolo ma significativo avvenimento segnerà l’inizio di una riscossa».

Lungo le mura della chiesa tante ed evidenti le crepe provocate dal terremoto. E poi quella parete costruita per separare la parte agibile da quella della cupola crollata e interessata da complessi lavori di messa in sicurezza.

Una chiesa «mutilata», come lo stesso monsignor Molinari l’ha definita nella sua omelìa, «il luogo da dove far ripartire in sogni e la speranza». Seduti in prima fila i rappresentanti delle istituzioni. Tra loro anche il prefetto Franco Gabrielli, il commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi, il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, la presidente della Provincia, Stefania Pezzopane, il vice commissario per il recupero dei beni culturali Luciano Marchetti. Atteso anche il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, ieri pomeriggio all’Aquila per la consegna di alcuni map e per un sopralluogo al cantiere della Mensa di Celestino, che però alle Anime Sante non è arrivato. «È stato costretto a rientrare a Roma per impegni improvvisi» ha spiegato Michele Castaldo , responsabile della sua segreteria, al termine della funzione.

L’accesso alla chiesa è stato consentito, per motivi di sicurezza, solo a 150 persone. Ma le altre rimaste fuori (poco più di un centinaio) hanno potuto comunque seguire la cerimonia attraverso un maxischermo installato accanto all’ingresso della chiesa. In piazza anche alcuni esponenti dei comitati cittadini, (il popolo delle carriole), lì solo per distribuire un volantino con l’invito a partecipare domani, in quella stessa piazza Duomo, allo «spazio aperto al confronto e al dibattito sulla ricostruzione». Niente striscioni, fatta eccezione per il cartello tirato su da una donna.

Ma nulla a che vedere con il terremoto, le macerie e la ricostruzione. In quel cartello, esposto per una manciata di minuti, soltanto frasi