Chiodi: sui ticket decidiamo noi

Tempi stretti per l'approvazione del Piano sanitario triennale

PESCARA. Ora che la sanità abruzzese ha raggiunto il pareggio, la prima regione italiana commissariata (come ha detto Gianni Chiodi a Rai News), la più indebitata, la più tartassata, potrebbe iniziare la fase di ritorno verso la normalità e il superamento del commissariamento. Per il capogruppo del Pdl Lanfranco Venturoni, ultimo assessore abruzzese alla Sanità, la data giusta potrebbe essere la primavera del 2012, quando le Asl presenteranno i bilanci. Molto prima di quella data, entro metà settembre, Chiodi dovrà presentare il nuovo piano sanitario triennale (glielo ha già richiesto il governo). Il piano dovrà affrontare in particolare la questione della residenzialità, che Venturoni definisce «epocale» e che in questi giorni sta dando dispiaceri agli assistiti che si trovano per la prima volta a pagare la compartecipazione sulla base di una legge nazionale che per la prima volta viene applicata in Abruzzo. Agli abruzzesi costerà, sulla base dei conti fatti dall'assessorato, 9 milioni nel 2011, e 20 milioni circa nel 2012.

Venturoni definisce comunque una tappa fondamentale il raggiungimento del pareggio, «avvenuto per merito dei direttori generali che hanno saputo rispettare i budget e naturalmente dell'assessorato e della struttura commissariale». Il capogruppo Pdl ricorda anche la «bella vittoria dei 30 milioni per la mobilità» ottenuta dalle Regioni, che però non hanno inciso sui conti del 2010 ma, dice, incideranno su quelli del 2011-2012.

Ora Chiodi si trova ad affrontare la questione dei ticket. Ieri a Rai News il governatore ha ribadito che «il ticket non è buona cosa: è un fatto molto negativo, perché anche se dovesse esserci la necessità di finanziare un fondo nazionale, non deve essere il governo a decidere che tipo di prestazioni far pagare. Per noi è meglio puntare sui codici bianchi e sulla farmaceutica. Deve comunque esserci data la possibilità di rimodulare. Per risanare i conti abbiamo chiesto sacrifici ai cittadini, l'ultima cosa da fare era questa». Sulla base del decreto del governo i 10 euro per la specialistica prevedono una fascia di esenzioni per età e reddito (bambini e anziani con redditi familiari sotto i 36.150 euro annuo); disoccupati, pensionati sociali e pensionati al minimo e i loro familiari a carico, con basso reddito (8.260 euro, aumentato in base al numero dei familiari); malati cronici e i cittadini affetti da malattie rare in possesso dell'attestato della Asl; invalidi civili, di guerra, per lavoro e per servizio.

Il ministro Fazio ha comunque ribadito la possibilità per le Regioni di non applicare il ticket sulla specialistica «purché adottino altre misure di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie equivalenti sotto il profilo del mantenimento dell'equilibrio economico-finanziario e del controllo dell'appropriatezza».

Intanto il senatore Idv Alfonso Mascitelli attacca la politica sanitaria della Regione: «Il commissario Chiodi continua a spostare l'attenzione sui pareggi di bilancio, come se tutta la riqualificazione della spesa sanitaria potesse essere ridotta a una semplice operazione di contabilità. I piani di rientro dal deficit sanitario», prosegue il senatore «non dicono questo e i risultati si giudicano non soltanto dai conti, ma da come vengono raggiunti gli obiettivi di risparmio. Il problema è un altro: il cittadino abruzzese riesce a curarsi, nella nostra regione, meglio o peggio rispetto a qualche anno fa? A giudicare dai disagi e disservizi a cui vanno incontro i pazienti, la risposta è purtroppo nota».

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