Cittadini accusati di devastazione

Assalto alle abitazioni dei rom: partono le prime tredici denunce

ALBA ADRIATICA. Assalto alle case dei rom dopo l’omicidio Fadani: pronte le prime tredici denunce per coloro che per due sere di seguito hanno lanciato sassi e razzi contro le abitazioni degli zingari ad Alba. Per tutti l’accusa è quella di devastazione. Non è escluso che il numero possa aumentare. Dopo l’ identificazione, dunque, si avvia a conclusione l’indagine di carabinieri e polizia sulle due sere di guerriglia, quando in centinaia di sono ritrovati in via Battisti, in via Bafile e in via Oberdan per lanciare pietre e incendiare le auto dei rom.

A palazzo di giustizia, intanto, il procuratore Gabriele Ferretti e il sostituto Roberta D’Avolio, continuano a mettere insieme atti giudiziari per quella che si annuncia una corposa istruttoria. Dopo l’arresto dei cugini Danilo Levakovic, 22 anni, Sante Spinelli, 25 anni, ed Elvis Levakovic, 20 anni, ieri mattina il pm ha incontrato Cristian D’Ovidio, il medico legale incaricato dalla procura di eseguire l’autopsia, che ha riconsegnato un primo rapporto. Dall’esame è emerso che l’imprenditore Emanuele Fadani è stato colpito da tre pugni, uno di seguito all’altro: al naso, allo zigomo sinistro e poi sulla fronte. L’ultimo è stato quello letale. L’esame non ha chiarito, almeno in una prima fase, il dubbio legato all’utilizzo di qualche oggetto, forse un tirapugni o un grosso anello con cui la vittima potrebbe essere stata colpita. Danilo Levakovic e Sante Spinelli, che la notte del fatto si sono presentati in caserma, hanno sempre raccontato di aver incontrato la vittima in un bar e di essere usciti da locale insieme al cugino Elvis e ad un amico dell’imprenditore. I due hanno scaricato ogni responsabilità sul cugino, accusando di essere stato lui a colpire la vittima. Elvis Levakovic, arrestato ad Alba nel giorno stesso dei funerali di Fadani, nel corso dell’interrogatorio di garanzia ha respinto ogni accusa, sostenendo che lui non c’entra niente. A tutti e tre è stato mostrato il video della banca di viale Mazzini le cui telecamere hanno immortalato la notte di otto giorni fa. Non è escluso che nei prossimi giorni i rom, che danno versioni diverse, possano essere messi a confronto proprio davanti a quel video. Ieri, intanto, il padre di Spinelli ha chiesto di poter incontrare il figlio.