Coldiretti: agricoltura bloccata

Pasetti: la burocrazia frena la competizione delle aziende abruzzesi

PESCARA. «In Abruzzo non c'è la volontà di pianificare lo sviluppo dell'attività rurale, che è fondamentale perché oggi il valore del prodotto agricolo non può prescindere dal valore del territorio di provenienza». Lo afferma Domenico Pasetti, presidente della Coldiretti Abruzzo.

Se da un lato l'agricoltura abruzzese sembra essere in buona salute, con dati che la vedono come il settore trainante nella ripresa economica regionale, dall'altro il comparto agricolo non ha vita facile. Secondo gli operatori del settore, infatti, ci sono problemi di fondo come, per esempio, la mancanza di un progetto che pianifichi lo sviluppo dell'attività rurale e il disinteresse per la valorizzazione del territorio.

In un sistema crescente di concorrenza internazionale le aziende agricole abruzzesi spesso non sono strutturate in modo di poter essere concorrenziali. «Il volume medio di affari è molto basso», ammette Pasetti. «ci presentiamo sul mercato con costi di produzione molto alti e si assottigliano i margini di utile». L'elemento di competitività dei prodotti locali, infatti, non può essere il prezzo.

«I prodotti arrivano da ogni parte del mondo e a prezzi stracciati», spiega ancora Pasetti, «mentre noi dobbiamo produrre vincolati da normative comunitarie e da una burocrazia pesante e costosa. E' importante allora che i concetti di qualità e di valore del territorio viaggino insieme, perché, nella competizione mondiale, il settore agricolo vince solo se riesce a dare quel valore aggiunto».

E' proprio sul concetto di valorizzazione del territorio che si concentra l'attenzione della Coldiretti.

«Siamo la regione verde d'Europa, ma la natura, con tutte le sue peculiarità, viene trascurata», spiega Pasetti. La responsabilità di questa situazione, per il presidente regionale di Coldiretti, è della politica, perché, «anche se ci sono delle eccezioni, la classe dirigente ha una capacità molto bassa».

«Questo sistema», prosegue, «non può essere accettato perché diventa una palla al piede che frena lo sviluppo».

Considerando i numerosi esempi di aziende locali che, grazie a quel valore aggiunto, sono riuscite ad affermarsi nel mercato internazionale, il presidente si chiede «perché la Regione Abruzzo non segua questa logica».

In un contesto in cui sono sempre più frequenti gli accorpamenti, soprattutto ad opera di giovani imprenditori, un altro problema che frena le possibilità di sviluppo del settore è la mancanza di un progetto per la riqualificazione delle imprese agricole. «Se un giovane vuole aprire un'azienda», afferma Pasetti, «deve andare incontro a tante di quelle spese che vien voglia di rinunciare al progetto stesso. Non ci sono delle norme e soprattutto delle condizioni fiscali che facilitino l'accorpamento».

Cambiano, infine, anche i sistemi di accesso al credito. «La situazione si fa sempre più difficile», conclude il presidente di Coldiretti, «perché oggi le banche guardano soltanto alla fattibilità del progetto».

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