Confindustria e Cna: "Consorzi, subito la riforma"

Imprenditori e artigiani sollecitano l’abolizione dei vecchi organismi

PESCARA. La riforma dei Consorzi industriali è ancora al centro delle polemiche dopo che la giunta regionale, nella riunione di lunedì, ha rinviato alla prossima seduta il varo della legge che dovrebbe eliminarli, annunciata nei giorni scorsi dal presidente, Gianni Chiodi.

A chiedere un varo sollecito della riforma sono stati ieri Confindustria e Cna (Confederazione nazionale dell'artigianato).

Confindustria Abruzzo, scrive in una lettera indirizzata a Chiodi e agli altri vertici della regione, il presidente dell'associazione degli imprenditori abruzzesi, Mauro Angelucci, «sostiene e sollecita da tempo la legge di riforma delle aree industriali e della relativa governance attraverso il superamento degli attuali Consorzi per lo sviluppo industriale».

Per Angelucci, «si tratta di una riforma importante ed innovativa tesa a modificare assetti obsoleti e costosi di gestione di alcune delle aree industriali presenti in Abruzzo, che in molti casi, oltre a costituire centri di spesa ormai insostenibili, arrecano enormi danni alle imprese e allo sviluppo economico sia in termini di insufficienza di erogazione dei servizi richiesti, sia in termini di appesantimento burocratico».

«Consapevole che come iniziativa volta al cambiamento, la riforma possa trovare resistenze corporative o campaniliste, che comunque non possono giustificare azioni politiche irresponsabili di freno», scrive ancora Angelucci, nella lettera, «Confindustria Abruzzo chiede alla politica e agli esponenti del governo regionale di pronunciarsi apertamente e in modo pubblico sulla materia, affinchè la società civile e imprenditoriale possa conoscere le reali posizioni in essere e potersi misurare sulla questione, nonché verificarne la coerenza con gli annunci e le dichiarazioni spesso espresse dagli stessi esponenti politici in occasione di eventi pubblici o nei programmi elettorali».

«Da tempo», aggiunge il presidente di Confindustria, «la società civile e le parti sociali tutte, nel richiamo ad una gestione della cosa pubblica ispirata all'etica e alla moralità, chiedono alla politica trasparenza e volontà di confronto, e Confindustria Abruzzo crede che questa possa costituire occasione utile per dare attuazione a tale legittimo richiesta».

Anche secondo la Cna Abruzzo, è «giusto superare l'attuale frammentazione rappresentata da ben sette aree di sviluppo industriale e ricondurre le competenze a un solo ente». Ma adesso, aggiunge l'associazione degli artigiani e dei piccoli imprenditori, «il consiglio regionale deve approvare il testo in tempi brevi, superando logiche di contrapposizione che rischiano di fare capolino all'interno della stessa maggioranza».

Secondo la Cna, «tra i punti più negativi del vecchio sistema, ormai abbandonato dalla gran parte delle regioni d'Italia, la crescente disaffezione dei comuni abruzzesi: all'interno degli attuali consorzi se ne contano infatti appena 42 su un totale di 305».

«Molti enti locali», prosegue la Cna, «hanno infatti dato vita nel tempo a nuclei insediativi completamente autonomi, altri hanno scelto la strada dell'uscita dai consorzi super-indebitati, affidati a gestioni commissariali dai diversi governi regionali degli ultimi anni. Con il risultato di perdere del tutto una visione unitaria del territorio regionale e delle aree disponibili a insediamenti, e dunque con il rischio di perdere opportunità e tempo».

Tra gli elementi positivi rappresentati dal nuovo testo di legge, a detta della confederazione artigiana presieduta da Italo Lupo, c'è «l'erogazione di servizi di qualità alle imprese, secondo una visione moderna ed efficiente: a quelli di natura più tradizionale (ciclo dell'acqua e dei rifiuti, manutenzione della viabilità) si affiancheranno infatti servizi a più alto contenuto innovativo, come quelli ambientali, per la gestione dell'energia, per il riciclaggio dei materiali».

Secondo la Confederazione nazionale dell'artigianato, infine, «imperativo dell'assemblea regionale è adesso quello di approvare in fretta la riforma nei suoi diversi passaggi istituzionali».

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