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D’Alfonso arruola Bracco e il grillino viene sospeso

Il governatore offre al consigliere M5S la delega alla Cultura e all’estetica: "Accetto restando all’opposizione", puntualizza lui. Ma il gruppo lo espelle

PESCARA. Niente referendum in rete, niente meet-up, niente cittadini chiamati a decidere. Tutto è avvenuto in tempo reale in Consiglio regionale, dove il Movimento 5 Stelle si è spaccato e ricomposto (in formazione ridotta) sotto la “regia” di Luciano D’Alfonso. Ieri, in apertura di seduta, il consigliere grillino Leandro Bracco si è sentito proporre pubblicamente dal governatore la delega alla Cultura, Estetica e Creatività, in attuazione di un disegno strategico, ha spiegato il presidente, annunciato «già all'inizio della consiliatura», di impegnare nel governo della Regione tutto il Consiglio regionale. D’Alfonso ha infatti spiegato, citando la regola di San Benedetto da Norcia, che «se c’è poco da fare interviene il vizio. Vorrei tanto», ha aggiunto «avere un carico di impegno e di lavoro riferito a ciascuna componente del Consiglio». Quanto alla distinzione dei ruoli maggioranza-opposizione, D’Alfonso si è detto convinto che «la libertà di mandato e l’assenza di vincolo» sia «un presidio della cultura costituzionale».

Il governatore aveva individuato già da tempo in Leandro Bracco il consigliere più dialogante e il più insofferente alla disciplina grillina. E infatti Bracco ha risposto positivamente alla proposta. Con un distinguo: restare all’opposizione. Una clausola accettata senza battere ciglio dal presidente della Regione, tanto da far commentare a Bracco: «D'Alfonso, aprendo alle opposizioni, sta scrivendo la storia dell'Abruzzo perché invece di spartire gli incarichi nell'ambito della maggioranza, sta deparlamentarizzando il parlamento regionale». Una spiegazione che non ha convinto affatto il suo gruppo che l’ha messo fuori in pochi minuti. «Quello che è per noi importante sottolineare», hanno detto i grillini, «sbalorditi» dall’invasione di campo di D’Alfonso, «è che nel M5S non è assolutamente contemplata la possibilità, come suggerito da Bracco, di far parte, contemporaneamente, della maggioranza e dell'opposizione, o, per meglio dire, di tenere un piede in due scarpe. È ormai diverso tempo che assistiamo al balletto tra Bracco e D'Alfonso, prima con la votazione favorevole alla risoluzione sull'indulto presentata dal Pd, poi con la vicenda dei Grandi Elettori ed oggi con la proposta definitiva di passare alla maggioranza. Bracco ha deciso di accettare la proposta della maggioranza e così facendo ha deciso di autoescludersi dal Movimento 5 Stelle. Ora dovrà assumersene ogni responsabilità di fronte ai cittadini che lo hanno votato e a tutti gli elettori del Movimento». Più tardi, commentando su facebook, la grillina Sara Marcozzi ha avvertito: «Non tutti sono all’altezza del movimento».

Deciso invece ad andare avanti il consigliere Bracco: "Sono stato sospeso, ma non mi dimetto dal gruppo perché ho rispetto della gente che mi ha votato. A me interessa la collettività, non fare guerre personali come i miei cinque colleghi". L'accettazione della delega sarebbe insomma avvenuta "a patto che rimanga nel Movimento 5 Stelle", fatto che ha scatenato la reazione dei cinque componenti del gruppo grillino che ieri hanno chiesto le dimissioni di Bracco, il quale già nei mesi scorsi era stato accostato al Pd e all'interno del movimento vicino alle posizioni del sindaco di Parma Pizzarotti. Ma oggi le polemiche non accennano a rientrare perché Bracco attacca i suoi colleghi: "Sono colpito dalla cecità di strategia politica dei miei colleghi, abbiamo la possibilità di ricevere una delega importante come la cultura pur rimanendo ognuno nel proprio ruolo - spiega ancora Bracco - e anziché pensare ai benefici per la collettività fanno prevalere l'invidia nei miei confronti per questa nomina e le logiche di partito attaccandomi personalmente. A muovere le mie decisioni è solo il pensiero di meritare la fiducia dei 145 mila che ci hanno votato e coloro che hanno votato me - chiarisce Bracco, il quale sottolinea che andrà avanti senza problemi disponibile "a spiegare le mie ragioni e difendermi fino alla fine ai probiviri".

Ma D’Alfonso non si è fermato a Bracco. Al motto di «Io non postulo spelonche conflittuali, postulo climi sereni», ha annunciato, sempre in aula, l’idea di una collaborazione con l’ex presidente Gianni Chiodi (ma l’ex governatore respingendo l’offerta ha smentito colloqui e abboccamenti) mentre una terza proposta sarà formulata alle opposizioni nella prossima seduta di Consiglio, probabilmente indirizzata all’ex assessore regionale forzista Mauro Febbo, di cui ha detto D’Alfonso «va recuperato un pezzo del lavoro fatto in passato». Un’offensiva a tutto campo dunque che secondo Febbo nasconde «crescenti difficoltà nella maggioranza».

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