CORONAVIRUS

Da oggi stop alle mascherine all'aperto

Vanno indossate solo in caso di affollamenti. Da aprile cade anche l'obbligo di usarle nei luoghi al chiuso. E dal primo marzo torna la capienza al 75 per cento negli stadi

PESCARA. Da venerdì 11 febbraio si può circolare liberamente all'aperto in tutta Italia senza indossare la mascherina. Basta  portarla con sé per indossarla in caso di affollamento. L'attesa ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza è un altro passo verso il ritorno alla normalità.

A fonte delle prime ipotesi secondo cui la libertà di girare senza mascherina sarebbe tornata solo nelle (ancora rare) Regioni in zona bianca, la decisione del ministro e del Governo è quella di sciogliere l'obbligo per tutti, anche per le tante Regioni in giallo e in arancione. Una scelta chiesta a gran voce da numerosi esperti, da Bassetti a Silvestri, e anche Andrea Crisanti, considerato esponente del fronte più rigidista, secondo cui "a questo punto le mascherine all'aperto sono inutili".

L'unica condizione che l'ordinanza pone, per ovvia precauzione, è che la mascherina sia sempre a disposizione per indossarla eventualmente in caso di affollamenti. "Fermo restando quanto diversamente previsto da specifiche norme di legge o da appositi protocolli sanitari o linee guida - si legge nel documento - nei luoghi all’aperto è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé i dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di indossarli laddove si configurino assembramenti o affollamenti".

Rimane invece l'obbligo di mascherine al chiuso, formalmente, come tutta l'ordinanza, fino al 31 marzo: sarà quello il nuovo fronte, la nuova prospettiva di un altro passo, stavolta cruciale, quello di entrare in un locale o in un negozio senza mascherina. L'intento del Governo è chiaramente quello di continuare a tenere attentamente sotto controllo la curva epidemica. Se a fine marzo, ormai in primavera, i casi saranno ridotti a proporzioni più accettabili, potrebbe essere il momento per rimuovere un tassello fondamentale dell'emergenza. Dal primo marzo, infine, tornerà la capienza del 75 per cento negli stadi e del 60 per cento nei palazzetti.